Ha vinto il primo posto nella categoria cadetti di Judo, medaglia d’oro nella categoria 81 kg: è questo quello che distingue, nell’ambito sportivo, Enrico Bergamelli, studente di 14 anni dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Antonio Locatelli”, dai suoi compagni .
Quest’alunno frequenta la classe 1B Tecnico, e di recente, come anticipato, ha vinto il primo posto nella categoria cadetti di Judo. Ha iniziato sin da piccolo con un suo amico, per una sua scelta, e poi ha deciso di continuare quello sport che gli riempiva il cuore e che sentiva così importante dentro di sé.
Da allora non ha mai più smesso, perché sentiva in sé il desiderio di scoprire e imparare cose nuove, diventando sempre più determinato nelle proprie scelte.
In effetti alcuni dei principi di questo sport sono proprio la forza interiore che ti sostiene sempre e non ti fa arrendere mai davanti agli ostacoli che la vita impone. Il Judo è un insegnante di vita e di difesa personale, ed è questo che Enrico Bergamelli ha messo in pratica: ha continuato per scoprire e imparare cose mai provate prima, per i risultati che ha poi ottenuto e anche per poterlo usare nella vita quotidiana.
Dopo l’ultima vittoria, a dicembre a Roma, Enrico ha detto: “Oltre alla forte emozione di quel momento, c’è il fatto che sono orgoglioso dai traguardi raggiunti. Sono molto riconoscente nei confronti dei miei allenatori: loro non mi hanno mai fatto perdere la speranza”. Un aiuto che, in questo sport, non è certo una cosa rara da scoprire: una caratteristica fondamentale è infatti che tutti gli allenatori danno la forza e il coraggio per far andare avanti i rispettivi allievi, e spingono i ragazzi a continuare per realizzare il loro sogno.
I premi non sono quindi la parte più importante e significativa di questa disciplina sportiva: piuttosto lo è invece il risultato del proprio impegno, che c’è anche nello spirito sportivo e conflittuale.
Alla gioia di ottenere dei riscontri concreti alla propria fatica si aggiungono ovviamente i premi: come può essere la convocazione in Nazionale dei ragazzi di 14 e 15 anni oppure attestati, classificazioni, medaglie, riconoscimenti, coppe.
Enrico a dicembre può vantare risultati e premi, e anche il buon primato di aver atterrato prima tre avversari a Bergamo, in una gara, e a Roma altri quattro: quanto basta per attirare le attenzioni del direttore tecnico della Nazionale giovanile di Judo.
Lorena Bertoncelli, Hyde Ayman, Manpreet Kaur, 1A Tecnico
Il Judo: cosa è? In effetti si tratta di un antico sport nato in Giappone: è un’arte marziale – per essere più precisi ancora – praticata dai Samurai o usata nella difesa corpo a corpo. Non solo: oggi è anche una disciplina Olimpica, e viene praticata in ambienti specifici come il Dojo, ovvero la palestrina.
È un’arte marziale fisica e tecnica, basata soprattutto sull’astuzia degli avversari e sulla velocità. Il Judo è uno sport che mette a dura prova la condizione mentale dello sportivo, spinto a dare sempre il massimo e il meglio di sé, mantenendo la concentrazione sempre a livelli molto alti: questa è la difficoltà.
Il Judogi è invece l’abbigliamento di chi pratica questa antica arte, e consiste in pantaloni ampi e una giacca, priva di bottoni e a maniche lunghe, con baveri da incrociare e legare con la cintura.
Proprio la cintura è un elemento fondamentale, non solo per l’abbigliamento: indica il livello di bravura dello sportivo: può essere infatti di colore diverso a seconda del grado dell’atleta. I colori della cintura, da quello che indica l’atleta principiante fino al maestro, vanno dal bianco, giallo, arancio, verde, blu, marrone, fino al nero: quest’ultima ha anche una striscia bianca se l’atleta è donna. Il colore del judogi è invece il bianco, mentre il blu è stato introdotto recentemente nel judo olimpico.