Al “Locatelli” è ormai una tradizione consolidata quella di portare i nuovi “primini” a fare uno stage prima dell’inizio dell’anno scolastico, tanto che siamo ormai alla sesta edizione: le prime due svolte alla base militare di Pratica di Mare, le altre (compresa questa) alla sede dell’Istituto Aeronavale di Grottammare (Ascoli Piceno), scuola fondata dal preside Giuseppe Di Giminiani nel 2010.
Si parte il lunedì mattina presto e i ragazzi sono davanti all’Istituto già alle 7,30, ansiosi di salire sul pullman per iniziare l’avventura che durerà cinque anni. Appello, tesserini di riconoscimento e via, per quel viaggio di otto ore in cui il preside chiamerà ognuno per poterlo conoscere meglio. Lo stage non è però solo questo: è qui che i futuri primini iniziano a conoscersi, passando dall’iniziale silenzio tombale al brusio di fondo per arrivare alle conversazioni più disparate: qualcuno parla di aerei e altri di come è andato l’esame o di qualunque altra cosa, e così le otto ore passano velocemente.
A Grottammare, dopo essersi sistemati e aver messo il costume i ragazzi, con alcuni studenti più grandi e il preside, scendono in spiaggia dove, oltre a fare il bagno, iniziano a socializzare di più.
La sera si esce tutti in compagnia andando a fare una passeggiata rilassante sul lungo mare, ma non si fa molto tardi perché il martedì la sveglia suona presto dato che si devono fare i test: tutto sommato le ore passano velocemente e la testa è già al giorno dopo, il martedì è come se non fosse mai esisto.
Il mercoledì infatti è il giorno dedicato a quello che in gergo si chiama “battesimo del volo”, un’esperienza unica e irripetibile. Quella mattina la sveglia non serve: alle 7,00 sono già tutti vestiti e pronti per partire, e a gruppi di 20 vengono portati alla aviosuperficie di Val Vibrata dove, dopo un breve briefing con i piloti, si parte per il cielo. Quindici minuti, in cui qualche fortunato ha anche la possibilità di prendere i comandi.
Il venerdì arriva fin troppo in fretta: bisogna fare i bagagli e tornare a casa. Già, casa: e chi ci vuole tornare? Nessuno credo. Fatto sta che al ritorno le otto ore di pullman scivolano via e un bel gruppo è ormai formato. A Bergamo lacrime e saluti fuori dal cortile della scuola: sono però arrivederci, e non addii. Già, perché quelle amicizie si rincontrano a settembre, all’inizio della scuola.
Mirko Mondini, 5A Ls