Saturday, November 1, 2025

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Dad? Istruzione ma non di qualità

Posted by admin On Agosto - 31 - 2021 Commenti disabilitati su Dad? Istruzione ma non di qualità

In questo periodo storico tanto particolare, la didattica a distanza, nonostante alcune sue palesi criticità, si è imposta come metodo d’insegnamento privilegiato. Durante i mesi di pandemia l’unico modo per svolgere regolarmente le lezioni è con la DAD, ovvero con la somministrazione online delle normali lezioni scolastiche.

Siamo nell’era della tecnologia, eppure le difficoltà che sono nate da questo nuovo metodo didattico sono molteplici. Le videolezioni sono difficili e stressanti non solo per gli studenti ma anche per i docenti; il processo di apprendimento ne risente; noia e distrazioni sono sempre in agguato; gli insegnanti non hanno il pieno controllo della classe e non è per loro un contesto lavorativo sano. Questi sono solo alcuni esempi dei lati negativi della DAD. Ha lati positivi? Tenderei a questo punto a dire di no, o meglio, se li ha sono davvero pochi in confronto ai contro.

In videolezione lo stress aumenta col passare delle ore. Ascoltare una voce attraverso delle casse per un periodo di tempo prolungato, infatti, è molto difficile. Anche la comprensione ne risente: c’è da dire che quando un alunno non capisce una cosa in didattica a distanza fa molta più fatica a chiedere chiarimenti perché spesso deve lottare con il caos dei problemi tecnici. A tal proposito, poi, molte volte i problemi tecnici finiscono per prendere il sopravvento sulla lezione stessa diventando fonte di disagio per lo studente: ci sono dei casi in cui il professore, non riuscendo a capire l’entità delle difficoltà dell’alunno a livello tecnico, genera in lui ulteriore stress chiedendo ripetutamente di accendere la videocamera o il microfono, quando in realtà lo studente dall’altra parte dello schermo sta facendo tutto il possibile non solo senza ottenere risultati, ma accumulando anche agitazione a causa dei continui solleciti del docente.

Altro problema fondamentale: le distrazioni. A casa ce ne sono moltissime: la tua camera, il letto (così vicino e allettante), tuo fratello o sorella, il cibo, gli animali domestici, vicini, amici e famigliari che interagiscono con te, non curanti del fatto tu stai facendo lezione. Questi sono tutti fattori di distrazione che distolgono l’attenzione dalla lezione col rischio di non riuscire più a capire quello che sta dicendo il professore.

Oltre che a livello didattico e mentale, anche a livello fisico la DAD mostra i suoi effetti. Gli occhi infatti ricevono stimoli luminosi per cinque o sei ore al giorno col risultato che si arriva addirittura, per il fastidio che crea a livello visivo, a odiare la DAD e qualsiasi oggetto con uno schermo luminoso.

Ci sono inoltre risvolti di tipo sociale: le videolezioni a volte risultano noiose e monotone perché manca il contatto e il confronto diretto tra persona e persona. La DAD comporta una drastica perdita di socialità: non si riesce più a socializzare in modo concreto, o, per lo meno, lo si può fare solo davanti a uno schermo, ma non sarà mai la stessa cosa di un vero e proprio contatto fisico.

Sinceramente, dal canto mio, mi rendo conto di essere abbastanza fortunato in confronto a studenti di altre scuole, perché io faccio una settimana in presenza in cui posso stare insieme ai miei compagni e un’altra settimana di didattica a distanza. Purtroppo non è così per tutti: molti non hanno avuto nemmeno tempo e modo di conoscersi ed è una sensazione bruttissima lavorare e condividere tempi e spazi insieme a persone che nemmeno si conoscono.

Anche dall’altra parte della cattedra probabilmente, come già si diceva, non dev’essere facile convivere con la DAD. Capita, infatti, che i professori non abbiano il controllo su tutta la classe, col rischio che ognuno possa fare tutto ciò che vuole durante la lezione: purtroppo con la connessione scarsa, con la comparsa e scomparsa della voce un professore non riuscirà mai a capire appieno le esigenze di ogni alunno come farebbe in classe e ciò fa sì che spesso molti studenti rimangano con parecchi dubbi irrisolti. I fantomatici problemi di connessione, inoltre, sono anche la scusa preferita degli alunni per prendere in giro i professori: uno dice che ha problemi tecnici, invece non li ha e ne approfitta per fare ciò che vuole, ma un professore non può dire con certezza se sia vero o no, e in questo modo si genera solo caos.

La didattica in presenza dunque, a fronte di tutto ciò che è stato fin qui detto (che è solo, per altro, la punta dell’iceberg), vince e vincerà sempre sulla didattica a distanza, la quale, nonostante gli sforzi di tutti, risulta troppo fredda e caotica per essere definita istruzione di qualità.

Samuele Frigerio, 1 A Scientifico

 

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Insegnamento a distanza, luci e ombre

Posted by admin On Agosto - 31 - 2021 Commenti disabilitati su Insegnamento a distanza, luci e ombre

Il Coronavirus ha cambiato, da alcuni mesi, la nostra vita quotidiana e anche il nostro modo di fare scuola, che ha dovuto essere reinventato mediante una forma chiamata DAD: didattica a distanza. È stato necessario attivarsi affinché a ogni alunno venisse garantito, anche in tempo di pandemia, il diritto allo studio.

La didattica a distanza consiste nell’effettuare lezioni via web, registrate o in diretta, da parte dei docenti verso gli alunni, ognuno nella propria abitazione. Questo per evitare assembramenti e rispettare le misure restrittive per prevenire i contagi. Questo nuovo modo di fare lezione ha evidenziato aspetti positivi e negativi da parte di entrambe le figure coinvolte.

Un aspetto positivo per tutti è stata la sicurezza, il non essere esposti a fonti di possibile contagio. Avere la possibilità di rimanere tra le mura domestiche, in un ambiente familiare e confortevole, senza dover soggiornare ad esempio in convitto, lontano da casa.

Un aspetto negativo invece è stata, ad esempio, la mancanza saltuaria di connessione a Internet, con la difficoltà a capire o farsi capire in caso di segnale debole o assente. Altro aspetto negativo, soprattutto, è stata poi l’impossibilità di stabilire un contatto umano tra le due parti, importantissimo per una relazione vera, per crescere e maturare come persone.

A volte, con la DAD, ci si trova a dover parlare e relazionarsi con il tablet, dove non tutti sono visibili. Per un professore, costretto a fare lezione a una classe senza sapere chi partecipi e chi no, deve essere frustrante. Un insegnante, senza avere il controllo diretto sui suoi studenti, non ha la certezza di quanto possano essere realmente preparati in caso di verifiche o interrogazioni.

La DAD ci ha però aiutato a mantenere il rispetto per gli orari, le regole per prendere la parola, a rimanere impegnati a fare qualcosa anche se costretti a stare in casa. Per i più sfortunati tuttavia, con fratelli e genitori impegnati su altri dispositivi, c’è stata la difficoltà aggiuntiva di trovare uno spazio in casa solo per sé, senza essere disturbati. Un altro punto debole è stata la difficoltà a mantenere a lungo l’attenzione. Rispetto a una lezione normale in presenza, è più difficile rimanere concentrati. È possibile inoltre che possano subentrare disturbi, sia negli studenti che negli insegnanti, dovuti a una sovraesposizione ai dispositivi, come mal di testa o disturbi alla vista.

La DAD è stata preziosa per trasmettere i contenuti delle diverse materie, ma fare scuola non significa solo imparare qualcosa: la scuola è un mondo fatto di gesti, risate, battute divertenti, condivisione di momenti come un pranzo, un intervallo, un viaggio in autobus. Tutte cose che potremo ricordare quando saremo grandi e che una DAD non potrà mai sostituire.

Lorenzo Cerretti, 2 A Tecnico

 

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La Scala omaggia Carla Fracci

Posted by admin On Agosto - 31 - 2021 Commenti disabilitati su La Scala omaggia Carla Fracci

“Grazie al Teatro alla Scala di Milano per aver reso omaggio alla signora della danza, alla Giselle più vera e bella di sempre, la meravigliosa Carla Fracci. Grazie per averci regalato questi momenti di alta danza attraverso le master class in sala prove e la diretta dal Teatro. Emozioni che resteranno nella storia della danza per sempre! E noi siamo ancora più fieri e onorati di avere lei, Carla Fracci come direttrice artistica del nostro liceo Coreutico”.

Poche parole di cuore, che la professoressa Elena De Laurentiis ha dedicato a Carla Fracci, pubblicandole anche sulla pagina Facebook del Liceo Coreutico, a fine gennaio, in occasione dell’omaggio tributato all’étoile.

È successo il 30 gennaio, quando Manuel Legris, nuovo direttore del Corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano, ha deciso di rappresentare Giselle (a teatro vuoto ma trasmesso poi in streaming) mettendo in pista due ballerine, Martina Arduino in scena durante il primo atto, e Nicoletta Manni, che le ha dato il cambio nel secondo.

E sullo sfondo di entrambe, nella posizione d’onore, la masterclass tenuta da Carla Fracci: “Per preparare lo spettacolo – ha raccontato Legris sulle pagine dell’Avvenire in un’intervista di Pierachille Dolfini pubblicata il 30 gennaio – ho invitato Carla Fracci a tenere una masterclass ai danzatori del Corpo di ballo, lezione che si può vedere in streaming sui canali social della Scala”. Ha poi proseguito: “Conosco da sempre Carla Fracci e per me lei è Giselle, dunque averla in sala prove è una ricchezza perché può trasmettere il suo sapere alle nuove generazioni. Ho grande rispetto e stima per la tradizione della scuola italiana tanto che dopo la Fracci mi piacerebbe invitare altre grandi ballerine italiane”.

La figura di Carla Fracci, anche in questi lunghi mesi di pandemia, è rimasta un punto di riferimento per le ballerine del Coreutico, a cui  non ha mai fatto mancare la sua presenza: “La danza è in ogni piccolo gesto, la perfezione nella cura di ogni semplice dettaglio – recita un post sulla pagina Facebook della scuola – Grazie Carla Fracci per i tuoi preziosi insegnamenti. Siamo orgogliosi e onorati di averti da sei anni come direttrice artistica del nostro liceo”.

 

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“Noi ci crediamo. Sempre”

Posted by admin On Agosto - 31 - 2021 Commenti disabilitati su “Noi ci crediamo. Sempre”

“Noi ci crediamo: per noi permettere ai nostri ragazzi di venire a scuola, di imparare in presenza, di socializzare è importante. Per questo facciamo di tutto per consentirlo: per loro e per le famiglie, perché siamo un punto fermo e di riferimento e vogliamo continuare a esserlo”. Con queste parole il preside Giuseppe Di Giminiani a settembre aveva inaugurato l’anno scolastico 2020 – 2021 che, almeno sulla carta all’inizio sembrava avere tutte le carte in regola per essere, se non normale, almeno quasi.

Sembrava. Sì, perché nel giro di poche settimane la nostra vita è stata nuovamente stravolta più e più volte. Prima la presenza a metà: metà classi in presenza, le altre a distanza, a rotazione. Poi la zona rossa: tutti a casa. Poi ancora una parziale (molto parziale) apertura: via libera per i laboratori, cosa che comunque ha permesso al nostro Coreutico di continuare a lavorare e anche a qualche manciata di alunni.

Una finta di rientro tutti insieme, poi, di nuovo, ora, la didattica alternata, metà a casa e metà a scuola. “È un periodo in cui tutti siamo chiamati a dare di più – ha sollecitato ancora il preside Di Giminiani – Dobbiamo guardare avanti, cercare di capire gli uni le difficoltà degli altri e combattere, come ho sempre detto io”.

E davanti alle difficoltà ha messo le tante cose positive: la voglia di fare inarrestabile, ma soprattutto le innovazioni e la rapidità. A inizio anno la scuola aveva già sorpreso tutti: nel giro di pochi giorni – già perfettamente attrezzata da sempre per la didattica a distanza o, come si dice ora, didattica digitale integrata – ha organizzato i sistemi di sicurezza, dai percorsi a terra ai distributori di gel igienizzante in ogni angolo e aula, dalla distanza di sicurezza in ogni settore agli scanner rilevatori di temperatura agli ingressi.

E poi di nuovo lo ha fatto in pieno boom di zona rossa: sono ripresi (e ormai ultimati) i lavori di sistemazione della nuova palazzina, la nuova ala scolastica destinata a consentire una didattica ancora più organizzata. Sono arrivati i nuovi e numerosi pianoforti digitali destinati ad accompagnare quella didattica, in particolare per la scuola secondaria di primo grado, inaugurata lo scorso anno scolastico.

“I lavori procedono alla massima velocità, purtroppo sono ostacolati dai continui blocchi per la salute, ma siamo ottimisti – ha detto il preside, costretto tra l’altro dalla situazione sanitaria a fare la spola tra le due sedi dell’Istituto, quella bergamasca e la “sorella” di Grottammare – Una grande soddisfazione ci è però arrivata, nonostante il periodo infelice, dal grande affetto e dal grande interesse che molte famiglie ci hanno dimostrato a dicembre e gennaio durante gli Open Day della scuola: parliamo di centinaia di famiglie che, saltata purtroppo la possibilità di venire di persona, come speravamo di poter fare, si sono collegate con me e i miei collaboratori online per una visita virtuale dell’istituto: nonostante la distanza è stato un grande successo”. L’impegno di tutti è anche ciò che ha permesso alla scuola di andare avanti, meglio – diciamocelo pure – di tanti altri istituti meno fortunati e con pochissimi casi, sempre subito circoscritti.

Un capitolo a parte per il nostro Liceo Coreutico, che grazie al fatto di svolgere attività pratica in prevalenza è stato in grado di essere sempre in presenza: “In questo periodo sto vivendo una condizione ideale perché pratico il mio lavoro in sala ballo – conferma la docente e coreografa Elena De Laurentiis – Posso svolgere la mia lezione in un ampio spazio attrezzato, posso insegnare ai miei studenti con tutta la mia passione e competenza, liberando la mia energia. Ciononostante mi manca il palco, il pubblico e le emozioni della scena… Spero presto per tutto il mondo dell’arte che possano riaprire i cinema perché sono il nostro ossigeno, il nostro bisogno”.

Anche gli Open Day del Coreutico, prima allietati dagli spettacoli del corpo di ballo di fronte a un pubblico numeroso, quest’anno ne hanno risentito, ma la voglia di fare e, è il caso di dirlo, anche la possibilità di fare restano impagabili. Resta confermata la possibilità di sperimentare in presenza proprio le lezioni di ballo per tutti coloro che fossero interessati: ogni lunedì e giovedì, dalle 16,45 alle 19, infatti, nella sala da ballo della scuola è possibile prenotare (info@liceocoreutico.eu) una lezione di prova.

Ottimismo arriva, in forte contrasto col mondo circostante, anche dalla scuola secondaria di primo grado: inaugurata due anni fa, ha visto crescere costantemente il numero degli iscritti (sono già aperte anche le preiscrizioni per l’anno scolastico 2022 – 2023) e dal prossimo anno, il terzo, sarà quindi a pieno regime con tutte le classi.

 

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