In questo periodo storico tanto particolare, la didattica a distanza, nonostante alcune sue palesi criticità, si è imposta come metodo d’insegnamento privilegiato. Durante i mesi di pandemia l’unico modo per svolgere regolarmente le lezioni è con la DAD, ovvero con la somministrazione online delle normali lezioni scolastiche.
Siamo nell’era della tecnologia, eppure le difficoltà che sono nate da questo nuovo metodo didattico sono molteplici. Le videolezioni sono difficili e stressanti non solo per gli studenti ma anche per i docenti; il processo di apprendimento ne risente; noia e distrazioni sono sempre in agguato; gli insegnanti non hanno il pieno controllo della classe e non è per loro un contesto lavorativo sano. Questi sono solo alcuni esempi dei lati negativi della DAD. Ha lati positivi? Tenderei a questo punto a dire di no, o meglio, se li ha sono davvero pochi in confronto ai contro.
In videolezione lo stress aumenta col passare delle ore. Ascoltare una voce attraverso delle casse per un periodo di tempo prolungato, infatti, è molto difficile. Anche la comprensione ne risente: c’è da dire che quando un alunno non capisce una cosa in didattica a distanza fa molta più fatica a chiedere chiarimenti perché spesso deve lottare con il caos dei problemi tecnici. A tal proposito, poi, molte volte i problemi tecnici finiscono per prendere il sopravvento sulla lezione stessa diventando fonte di disagio per lo studente: ci sono dei casi in cui il professore, non riuscendo a capire l’entità delle difficoltà dell’alunno a livello tecnico, genera in lui ulteriore stress chiedendo ripetutamente di accendere la videocamera o il microfono, quando in realtà lo studente dall’altra parte dello schermo sta facendo tutto il possibile non solo senza ottenere risultati, ma accumulando anche agitazione a causa dei continui solleciti del docente.
Altro problema fondamentale: le distrazioni. A casa ce ne sono moltissime: la tua camera, il letto (così vicino e allettante), tuo fratello o sorella, il cibo, gli animali domestici, vicini, amici e famigliari che interagiscono con te, non curanti del fatto tu stai facendo lezione. Questi sono tutti fattori di distrazione che distolgono l’attenzione dalla lezione col rischio di non riuscire più a capire quello che sta dicendo il professore.
Oltre che a livello didattico e mentale, anche a livello fisico la DAD mostra i suoi effetti. Gli occhi infatti ricevono stimoli luminosi per cinque o sei ore al giorno col risultato che si arriva addirittura, per il fastidio che crea a livello visivo, a odiare la DAD e qualsiasi oggetto con uno schermo luminoso.
Ci sono inoltre risvolti di tipo sociale: le videolezioni a volte risultano noiose e monotone perché manca il contatto e il confronto diretto tra persona e persona. La DAD comporta una drastica perdita di socialità: non si riesce più a socializzare in modo concreto, o, per lo meno, lo si può fare solo davanti a uno schermo, ma non sarà mai la stessa cosa di un vero e proprio contatto fisico.
Sinceramente, dal canto mio, mi rendo conto di essere abbastanza fortunato in confronto a studenti di altre scuole, perché io faccio una settimana in presenza in cui posso stare insieme ai miei compagni e un’altra settimana di didattica a distanza. Purtroppo non è così per tutti: molti non hanno avuto nemmeno tempo e modo di conoscersi ed è una sensazione bruttissima lavorare e condividere tempi e spazi insieme a persone che nemmeno si conoscono.
Anche dall’altra parte della cattedra probabilmente, come già si diceva, non dev’essere facile convivere con la DAD. Capita, infatti, che i professori non abbiano il controllo su tutta la classe, col rischio che ognuno possa fare tutto ciò che vuole durante la lezione: purtroppo con la connessione scarsa, con la comparsa e scomparsa della voce un professore non riuscirà mai a capire appieno le esigenze di ogni alunno come farebbe in classe e ciò fa sì che spesso molti studenti rimangano con parecchi dubbi irrisolti. I fantomatici problemi di connessione, inoltre, sono anche la scusa preferita degli alunni per prendere in giro i professori: uno dice che ha problemi tecnici, invece non li ha e ne approfitta per fare ciò che vuole, ma un professore non può dire con certezza se sia vero o no, e in questo modo si genera solo caos.
La didattica in presenza dunque, a fronte di tutto ciò che è stato fin qui detto (che è solo, per altro, la punta dell’iceberg), vince e vincerà sempre sulla didattica a distanza, la quale, nonostante gli sforzi di tutti, risulta troppo fredda e caotica per essere definita istruzione di qualità.
Samuele Frigerio, 1 A Scientifico


