Saturday, November 1, 2025

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Only 4 corps de ballet in Italy

Posted by admin On Luglio - 11 - 2018 Commenti disabilitati su Only 4 corps de ballet in Italy

Last year an other corps de ballet was closed by the Italian government, that decided to cut funding addressed to the one in Verona.

In Italy there are thirteen opera and symphonic institutions and previously, for each of them, there was a corps de ballet, but nowadays only four of them survived: Milan, Rome, Naples and Palermo.

There are 1.400.000 young Italian people that study ballet and dream to become professional dancers, but even if they could succeed, they would be probably obliged to go away from Italy. In fact in the other states dancers are more protected by the governments, that allow the maintenance of lots of corps de ballet.

For example Germany has more than fifty corps de ballet and France has 95 local companies and corps de ballet. Having only four corps de ballet in a State with 60 millions of inhabitants can only be considered shameful. The government should support the ambitions of its citizens, and not destroy them by the elimination of the possibilities to find fulfilment. I really hope that in the future things will change and everyone will understand the importance of developing not only the ballet, but all the forms of art and I hope that people will put effort into improving the situation.

Giulia Magri, 5 A Coreutico

 

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Tfil, canale emergente

Posted by admin On Luglio - 11 - 2018 Commenti disabilitati su Tfil, canale emergente

Tfil è il nome di un canale Youtube emergente, nato nel 2015: è americano ed è gestito dal suo creatore, Elton Castee, un giovane nato il 6 luglio 1990, che vive a Los Angeles con altri ragazzi. Elton è conosciuto anche perché ha una sua linea di abbigliamento, reperibile su Internet digitando “send it clothing co”, caratterizzata dal fatto che il 20 per cento del ricavato viene donato in beneficenza.

Castee su Tfil monta molti video, in cui compaiono quasi sempre i suoi coinquilini: Colby Brock, Aaron Doh, Corey Sherer e Sam Golback. Elton invece appare poche volte nei primi piani dei suoi video: anzi, vengono ripresi maggiormente i compagni e i luoghi che visitano e dove vivono le loro avventure. Sono infatti conosciuti per diverse azioni che no molti farebbero: ad esempio visitare luoghi che sono apparentemente infestati da spiriti, oppure abbandonati, o trascorrere la notte nella foresta Aokigahara. Quest’ultima è una foresta ai piedi del monte Fuji, in Giappone, tragicamente famigerata per i molti suicidi avvenuti lì.

Recentemente i cinque sono andati a Dubai, dove hanno nuotato con gli squali e altri pesci in un grande acquario; hanno anche cenato al “Dinner in he Sky”: è un posto su una particolare struttura che si eleva per un centinaio di metri, su cui ci sono camerieri pronti a servirti le pietanze ordinate mentre ammiri il territorio sottostante.

I ragazzi montano anche video meno elaborati, in cui rispondono a domande dei loro fan oppure in cui riprendono momenti della loro vita quotidiana. Se ne possono trovare anche altri in cui si fanno scherzi a vicenda: competono tra loro per decretare il vincitore della battaglia degli scherzi. Che dire, un canale tutto da seguire!

Maria Elena Vlagea, 2 B Scientifico

 

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Anoressia e bulimia: lo stesso male

Posted by admin On Luglio - 11 - 2018 Commenti disabilitati su Anoressia e bulimia: lo stesso male

Ultimamente ho letto un libro che si intitola “Il peso della felicità”, durante i miei viaggi in treno: l’ho fatto perché presa dal desiderio di conoscere le tematiche di anoressia e bulimia.

Volevo capire qualcosa di più su questi due mondi così pericolosi, che mi incuriosivano e al tempo stesso mi spaventavano un po’. Avevo sempre sentito pronunciare questi termini, ma in realtà non mi ero mai soffermata più di tanto sul loro significato  e sulle loro conseguenze.

Questo libro parla di una ragazza come me, che decide di voler dimagrire pur non avendone per nulla bisogno. Ecco che spunta il primo mondo pericoloso: quello dell’anoressia. Ma che cosa è l’anoressia? Non è niente altro che la perdita “voluta” dell’appetito, con il conseguente rifiuto del cibo. Non è sicuramente una cosa positiva: quando una persona arriva a paragonare e identificare il proprio “peso” con la “felicità”, il più delle volte ha raggiunto il limite della normalità.

Esistono persone che si “vedono” grasse senza esserlo, e cercano per questo di perdere molti chili nel più breve tempo possibile, diventando così anoressiche.

Mi hanno colpito molto due frasi del libro: “Cominciavo a vedermi le ossa del bacino e mi piaceva molto toccarle” e “Rigirandomi nel letto mi toccavo le ossa, a una a una: sporgevano tutte. Sì, stavo bene”. Queste parole mi hanno fatto riflettere sul fatto che l’anoressia è un mondo da tenere lontane e che belle non si diventa certo perché si vedono le ossa! Mi ha stupito anche il fatto che alcune persone si spingano a livelli così estremi senza accorgersi del male che si arrecano.

Il fenomeno dell’anoressia colpisce soprattutto le ragazze adolescenti che hanno paura di essere respinte o prese in giro. L’essere belle non significa necessariamente essere sottopeso.

Il secondo mondo, altrettanto pericoloso, è la bulimia. Anch’esso è un disturbo dell’alimentazione, caratterizzato da un’eccessiva sensazione di fame derivante da malattie psichiche. Si manifesta quando una persona ha un bisogno incontrollato di mangiare grandi quantità di cibo e, subito dopo, il bisogno di vomitare. Anche questo mondo è assolutamente negativo.

Relativamente alla bulimia, nel libro mi ha colpito questa frase: “Cara bulimia, in qualche modo mi fai star bene e sono ancora molto affezionata a te. Si sa che per lasciar andare qualcosa come te ci vuole tempo, parecchio”. Sono situazioni complicate “difficilmente abbandonabili”.

Purtroppo non è facile stare lontani dall’anoressia o dalla bulimia, e tanto meno avere la certezza di non incontrarle mai durante la propria vita: in un momento di fragilità potrebbe capitare a chiunque.

Giulia Zanella, 2 A Scientifico

 

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Cavallette fritte a pranzo? Si può

Posted by admin On Luglio - 11 - 2018 Commenti disabilitati su Cavallette fritte a pranzo? Si può

Anno nuovo, vita nuova e, vien da dire, cibo nuovo. Forse. Con il 2018 entrerà infatti in vigore il nuovo regolamento Ue sui Novel Food, che prevede il riconoscimento di  insetti o parti di essi come alimenti tradizionali di paesi esteri e quindi li immetterà nel commercio, nonostante il grande dissenso di gran parte degli italiani.

Da  gennaio 2018 la Commissione Europea scriverà un elenco dei Novel Food autorizzati alla commercializzazione nell’Unione Europea, tra questi ci saranno insetti e parti di essi, riconosciuti come nuovi alimenti o prodotti tradizionali esteri.

A dare la prima notizia è stata la Coldiretti durante il Forum Nazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, durante il quale ha anche riprodotto alcuni dei piatti che probabilmente vedremo comparire nelle nostre tavole a partire dal nuovo anno.

Questa novità, come riporta ancora Coldiretti a seguito di un’indagine, non sembra però piacere agli italiani; infatti solo il 16% della popolazione sarebbe favorevole all’introduzione di questi alimenti, contro il 54% sfavorevole e il restante indifferente o senza un’opinione riguardo.

La maggior parte degli italiani, secondo un’indagine dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, è sfavorevole a mangiare insetti interi, mentre già una parte in più accetterebbe l’idea di alimenti lavorati con parti di esse, come farine o pasta.

Magari in un futuro ormai presente saremo noi stessi a mangiare prelibatezze da pelle d’oca.

Marianna Ruggeri, 2 B Scientifico

 

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L’Europa egoista causa della crisi?

Posted by admin On Luglio - 11 - 2018 Commenti disabilitati su L’Europa egoista causa della crisi?

La Grecia, culla della civiltà europea e del pensiero occidentale, è diventata oggi il simbolo della “crisi economica” che imperversa ormai da diversi anni e impone sempre più restrizioni alla sovranità e alla libertà dei paesi impoveriti.

Il popolo greco è stato trasformato in vittima espiatoria di una crisi causata, per non dire voluta, dal sistema bancario internazionale che, da parte sua, non ha perso nessuna delle sue ricchezze. Il popolo greco è stato il primo d’Europa a essere di fatto privato della propria autonomia, della propria sovranità, messo in qualche modo sotto tutela come un bambino incapace. Una situazione ancora più incredibile visto che sembra essere stata voluta  dagli organismi finanziari internazionali.

Con il caso greco, la post-democrazia tecnico finanziaria, che finora agiva nell’ombra camuffando in maniera più o meno abile la sua azione sotto gli stracci lisi dei “diritti umani” e del “suffragio universale”, ha abbassato la maschera, facendo del paese di Pericle e di Omero il laboratorio del suo progetto totalitario d’imposizione progressiva di organi tecnocratici volti a sostituire le istanze di rappresentanza popolare.

Ancora più crudele e tragico in questa storia è il fatto che l’umiliazione del popolo greco non ha suscitato quasi alcuna reazione d’indignazione, compassione e solidarietà da parte degli altri popoli.

Al contrario i greci sono stati contestati, accusati e resi colpevoli di tutti i mali economici del mondo, responsabili della loro disgrazia. Presentati come un branco di nullafacenti corrotti e truffatori dalla stampa internazionale, l’opinione pubblica ha ingoiato la pillola falsa che considera la popolazione greca come fonte di crisi e non come vittima. Come se fosse possibile che siano state le qualche migliaia di falsi ciechi pensionati o le vacanze troppo costose dei funzionari di stato a portare il paese al fallimento e al caos e non gli intrighi mafiosi e le speculazioni.

Senza trascurare e scusare gli abusi e le mancanze della popolazione, che hanno certo peggiorato la situazione del paese, è di un’infame ipocrisia puntare il dito esclusivamente verso di loro e farne il capro espiatorio di una crisi fomentata dai consigli d’amministrazione delle grandi banche mondiali.

Myret Zaki, caporedattrice del giornale economico svizzero “Bilan”, nel suo libro “La fine del dollaro”, evidenzia il fatto che la crisi greca sarebbe in realtà la conseguenza di un attacco coordinato dagli interessi americani al fine di screditare l’Euro nel momento in cui quest’ultimo iniziava a diventare una moneta totalmente credibile agli occhi dei paesi produttori di petrolio dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio). Conveniva quindi attaccare il ventre della zona euro e mettere in ginocchio la Grecia quando la situazione di quest’ultima, anche se instabile, non era peggiore di quella di paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Giappone, aventi tassi d’indebitamento al 200%.

La campagna mediatica di stigmatizzazione del popolo greco pare aver funzionato. È quindi nell’indifferenza quasi generale, e addirittura, credo, con un certo consenso collettivo, che il popolo greco, spogliato di quasi tutte le prerogative concesse ai cittadini, è stato ridotto al ruolo di vittima della “troika” affarista – mondialista.

Questa incapacità della solidarietà popolare europea è una mancanza tragica, una dimostrazione di debolezza dalla parte degli stessi popoli che hanno indicato ai loro boia il metodo per sopprimerli: strangolarli uno dopo l’altro, affiggendo la vittima e contando sull’inazione dei propri fratelli terrorizzati dalle minacce “economiche” brandite incessantemente. La codardia, che consiste nel detto “meglio al vicino che a me” oppure “se la sono cercata”, ha tra l’altro mostrato tutta la sua inutilità con l’estensione progressiva del caso greco ad altri paesi d’Europa.

Una lezione da meditare in un momento in cui il precariato economico fa rinascere timori ed egoismi nazionali, a scapito dell’ideale di potenza e di giustizia sociale che è l’Europa dei popoli.

Federico Martini, 3 A Scientifico

 

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