Quando la lingua declina, declina l’intero popolo. Molti scrittori e filosofi e frenetici, che si potrebbero ritenere causa di queste modifiche. Le parole assumono nuovi e diversi significati, più adatti alle Generazioni Y e Z che alle precedenti. sarebbero concordi su questa linea di pensiero e primo tra tutti loro sarebbe probabilmente George Orwell. Infatti, come espresse specialmente nel suo saggio “Politics and the English Language”, credeva fermamente che il linguaggio di nazioni sottoposte a dittature, come la Germania di Hitler o l’Unione Sovietica, si deteriorasse.
Comprendeva infatti lo stretto rapporto che le lingue hanno con tutti gli aspetti della vita del popolo e della nazione e manifestò tanto interesse per i rischi di un uso banalizzato e ideologico del linguaggio, che non solo vi dedicò tre saggi, tra cui quello precedentemente nominato, ma lo rese uno dei temi più importanti del suo libro più famoso, 1984.
In breve, 1984 è un romanzo che parla di un mondo utopico diviso in tre stati, Oceania, Eurasia ed Estasia. L’Oceania è governata dal Partito, capitanato dal Grande Fratello, personaggio onnisciente che mai appare fisicamente nel libro. Tra i piani della classe governante, oltre che conquistare gli altri due stati, troviamo la volontà di sostituire l’inglese con un nuovo linguaggio: la neo-lingua. Peculiarità di questa nuova lingua è di rendere impossibile ogni pensiero contrario ai principi del Grande Fratello, perché non sarebbe più esistito neanche un concetto di ribellione, libertà o valori divergenti a quelli del Partito una volta completamente adottata. Sviluppando la neo-lingua nel romanzo, Orwell dà la prova di come il linguaggio possa distorcere la visione del mondo di chi lo parla e come i regimi possano utilizzarlo per chiudere e corrompere la mente del popolo. Con l’evoluzione di questo tema mostra anche come le lingue vadano sempre di più a semplificarsi e degenerarsi col tempo, tramite la perdita di sinonimi e l’abbreviazione o la sostituzione dei termini più lunghi e complessi.
Oggi specialmente possiamo vedere come anche la nostra lingua si sia modificata ed è ancora più evidente nell’inglese, considerata la lingua di Internet. Su blog, social network e messaggi numerose parole vengono abbreviate o si creano acronimi, fenomeno che contenuto nell’italiano analizzato a confronto con l’inglese. Infatti nella lingua di Internet questi acronimi, sigle e modi di dire sono ormai entrati nei dizionari ed è impossibile muoversi su siti anglofoni senza conoscerli. Mentre un paio di anni fa queste espressioni si limitavano al linguaggio scritto, oggi si stanno radicando anche in quello parlato.
Guardando questo fenomeno, salta all’occhio come il linguaggio sia legato alla vita di tutti i giorni, che sta assumendo ritmi sempre più veloci
Questo sviluppo del linguaggio potrebbe considerarsi un declino oppure un nuovo inizio: si fa spazio a nuove generazioni e con loro a un nuovo modo di esprimersi. Se invece si considera il linguaggio come un modo diverso per vedere il mondo, si può solo notare come questa visione stia cambiando, come si stia sviluppando e come si stia modificando. La lingua è quindi come uno specchio della vita reale e, come Orwell prevedeva, sta cambiando notevolmente: resta solo da decidere se in meglio o in peggio.
Lisa Merlo, 3 A Scientifico
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