Saturday, November 1, 2025

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Coreutico sempre in pole

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su Coreutico sempre in pole

E dopo i grandi successi e riconoscimenti ottenuti lo scorso anno (da quelli vinti al Como Lake Award fino alle otto coppe conquistate a Euro Danza 2017), ecco che il corpo di ballo del Liceo Coreutico apre questo nuovo anno scolastico con un calendario già fitto. A partire, già ancor prima dell’inizio delle lezioni, con gli stage estivi, per arrivare al palcoscenico di San Benedetto del Tronto a ottobre, in particolare con la Tormenta de fuego, appassionata e avvincente.

Per arrivare poi alla coinvolgente esibizione sul palco del PalaCreberg di Bergamo in occasione, il 29 ottobre della tradizionale consegna dei diplomi, alla presenza dell’étoile e direttrice artistica Carla Fracci. Ultimo appuntamento, in ordine di tempo, l’esibizione dell’11 novembre all’Auditorium di Albino, con la regia dell’insegnante Elena De Laurentiis: occasione per presentare il libro “Passo dopo passo” di Carla Fracci e fare beneficienza.

La Redazione

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Open Day: ci presentiamo

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su Open Day: ci presentiamo

L’appuntamento è ormai tradizione: l’istituto aeronautico “Antonio Locatelli”, “scuola del terzo millennio”, apre le porte a famiglie e futuri studenti. Quest’anno la data scelta è il 2 dicembre, a partire dalle 15: studenti, docenti e dirigente saranno a disposizione delle famiglie e degli aspiranti allievi per presentare loro la scuola.

Quali possono essere gli sbocchi, quali le particolarità, le strumentazioni, a partire dal simulatore di volo: questi alcuni degli argomenti che verranno illustrati, per far capire al meglio quale sia la realtà del “Locatelli”, una grande famiglia suddivisa tra il liceo scientifico potenziato nelle aree di Comunicazione e Aeronautica, l’istituto tecnico Logistica e Trasporti e, infine, il Liceo Coreutico con la direzione artistica dell’etoile Carla Fracci.

I primi apriranno le loro porte sabato 2 dicembre, mentre il Coreutico lo farà domenica 3 dicembre dalle 9.

 

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Diplomati 2017: festa al Creberg

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su Diplomati 2017: festa al Creberg

Nomi dello spettacolo, autorità civili e militari, e soprattutto famiglie, studenti e una gara di solidarietà in favore dell’associazione “Amici dell’oncologia Valle Seriana Valle Cavallina onlus”: questi gli ingredienti che il 29 ottobre hanno affollato il Teatro Creberg di Bergamo per la tradizionale cerimonia di consegna dei diplomi dell’istituto aeronautico Locatelli. Maria Teresa Ruta ha fatto da madrina, con il colonnello Vanni Scacco; scopo della manifestazione, tra le altre cose, il virtuale passaggio di consegne tra quanti appunto hanno superato l’esame di maturità lo scorso luglio  e le nuove matricole.

Tra i tanti ospiti  il cantante Paolo Vallesi, che ha coinvolto la sala gremita prima nel suo “La forza della vita” e poi in un corale “Nel blu dipinto di blu”. Sul palco anche la Fanfara dell’aeronautica militare di Milano e il corpo di ballo del Liceo coreutico Locatelli, con la direzione artistica dell’etoile Carla Fracci, in sala, e la coreografia dell’insegnante Elena De Laurentis.

“A questi ragazzi abbiamo dato almeno due valori che li porteranno lontano nella vita: lo spirito di sacrificio e quello di appartenenza”, ha detto il preside Giuseppe Di Giminiani, accolto da ripetute ovazioni.

A consegnare i diplomi agli studenti gli insegnanti della scuola, personaggi del mondo dell’aviazione civile e militare, delle forze dell’ordine e della politica: a tutti in regalo il libro scritto da Riccardo Bernocchi, studente di 4B Ls, dal titolo L’urbanistica delle città romane in Italia.

La Redazione

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E dopo il diploma? Pensiamoci

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su E dopo il diploma? Pensiamoci

Nel libro Il piccolo principe troviamo scritto che per “ogni fine c’è sempre un nuovo inizio”, ma chi può determinare dove finisce il vecchio e dove comincia il nuovo?

Non è un giorno di festa, un compleanno o un capodanno: è un evento grande o piccolo, un qualcosa che ci cambia e che idealmente ci dà speranza, un nuovo modo di vivere e di vedere il mondo.

La cosa importante è non smettere mai di  ricordare che, in mezzo a tanto  fatica, ci sono cose a cui vale la pena aggrapparsi, prima tra tutte la voglia di ottenere il diploma.

Per uno studente la consegna dei diplomi è il giorno in cui idealmente diventa cittadino del mondo, il giorno in cui si incorona la fatica e la disciplina di cinque anni, in cui diventa una persona adulta: da quel giorno dovrà rendere conto a altri all’infuori di se stesso e dei suoi genitori, rendere conto di qualcosa di più dei propri  voti.

Dovrà rendere conto al mondo, al futuro e a tutte le possibilità che la vita ha da offrire.

A partire da quel giorno  il nostro compito è farci avanti a occhi aperti, disponibili e pronti per qualunque cosa, per affrontare la vita, per affrontare le responsabilità e le possibilità.

Lisa Hasan, 4 B Scientifico

 

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Paolo: una vita per la miniera

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su Paolo: una vita per la miniera

“Il minatore conosce il rischio del lavoro in miniera. Sa che costante è il pericolo della caduta di massi o del crollo della volta, come sa che maneggiare esplosivi comporta il rischio che qualcosa non vada per il verso giusto”. A parlare è Paolo, ottantenne ed ex-minatore della Miniera del Siele di Piancastagnaio (Siena), che con la sua esperienza ha saputo incuriosire e appassionare noi giovani al suo mondo: la miniera.

Se pensate che sia solamente un complesso costituito da un giacimento minerario sotterraneo e dalle attrezzature necessarie per il suo sfruttamento, a quanto pare non avete conosciuto il signor Paolo, che la definisce come un luogo in cui provare gioia e dolore, come un mondo a sé stante in cui regnano il vuoto e un silenzio assordante. Paolo, sulla stessa linea dei suoi antenati, ha lavorato nella miniera del Siele per tutta la vita, ed è felice della sua esperienza, anche se è rincuorato del fatto che i suoi figli non abbiano percorso la sua strada ma si siano invece specializzati in altri campi. Perché sì, la miniera dona gioia, permette di instaurare grandi rapporti umani tra i minatori ma allo stesso tempo è un ambiente pericolosissimo in cui bisogna stare attenti a ascoltare e osservare ogni minimo particolare. ”Se dovessi tornare indietro, lo rifarei. Nonostante i dolori e le problematiche che comporta tornerei a lavorarci, perché la miniera riesce a incatenarti, ti entra nella testa per non abbandonarti più e con il passare del tempo diviene una esigenza, perché in fondo la mia vita senza la miniera non sarebbe la stessa”, dichiara Paolo emozionato.

L’ex-minatore sostiene di provare gioia ogni qual volta entra nella miniera, perché nella sua mente riaffiorano i ricordi di una vita. Con la voce incrinata quasi tendente al pianto racconta le sue disavventure legate alla cava. Non per mostrarsi un eroe, ripete spesso, ma per far comprendere a noi giovani la realtà della miniera, narra la sua lunga prigionia nella cava. Infatti il povero minatore, insieme ad altri 22 compagni nel luglio del 1968, è rimasto rinchiuso a 300 metri di profondità a causa di un’improvvisa frana che ha bloccato l’unica via di uscita esistente. Finalmente dopo 24 giorni di prigionia li hanno salvati.

Nonostante non fosse stata questa la sua prima volta, Paolo  confessa di aver avuto molta paura, perché giustamente afferma che in situazioni del genere la paura è il minimo che si possa provare. Alla fine l’ex-minatore ha chiesto di concludere l’incontro con un grande applauso in onore dei suoi numerosi compagni che, per portare a casa un pezzo di pane, sono morti nella miniera.

Elvira Bellicini, 3 A Scientifico

 

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Corriere 1°: Chianciano e Piancastagnaio

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su Corriere 1°: Chianciano e Piancastagnaio

Giornalista per 1 giorno e Penne Sconosciute: un po’ il ritratto di tutti noi, giornalisti “in erba” e studenti come tanti, sconosciuti appunto, che prendono carta e penna e mettono nero su bianco un po’ di se stessi, per raccontare qualche emozione.

Sono i premi che hanno raggiunto il nostro “Corriere dell’Aeronautico”, premiando e riconoscendo il lavoro di tutti noi e in particolare quello per il numero di maggio del 2017, l’ultimo del sesto anno di attività del nostro periodico. Per il terzo anno consecutivo, infatti, l’Istituto Aeronautico “Locatelli” ha conquistato il podio nel concorso nazionale Giornalista per 1 giorno promosso dall’Associazione Nazionale del Giornalismo scolastico: il riconoscimento lo ritireremo a Chianciano Terme ad aprile.

Ma il nostro giornale, quello stesso numero, arrivato per la prima volta a ben venti pagine fitte di parole, pensieri ed emozioni, ha vinto anche un altro importante riconoscimento: Penne Sconosciute 2017, promosso dalla associazione Osa e dalla Emeroteca comunale di Piancastagnaio, piccolo borgo senese.

E proprio qui una rappresentanza di scuola e redazione ha ritirato un nuovo riconoscimento: un attestato e due piante tipiche del monte Amiata, dove si trova Piancastagnaio. Famoso, tra le altre, per due cose in particolare: le castagne e la vicina (nel comune di Abbadia San Salvatore) miniera del Siele, la maggior miniera italiana (oggi museo) di cinabro, il minerale da cui si ricava il mercurio. Il ritiro del premio è stata quindi anche l’occasione per assaporare i dolci frutti autunnali e per sbirciare nel passato, nella vita dei minatori e del vicino borgo medievale: uno sguardo che ci ha portati a percorrere al buio i loro stessi percorsi per vedere dal vivo come è cambiata la miniera negli anni e a sentire, emozionati, le parole coinvolgenti di un minatore. Un’inaspettata boccata di passato, che è entrata forse anche nel nostro futuro: stuzzicando qualche articolo in più.

La Redazione

 

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A BgScienza: l’Aeronautico c’è

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su A BgScienza: l’Aeronautico c’è

Come tutti gli anni la nostra scuola ha deciso di mettere in campo il nostro laboratorio nel progetto Bergamo Scienza, grazie al quale molte scuole della provincia bergamasca possono vedere con i loro occhi i meravigliosi esperimenti realizzati dal professor Ferdinando Catalano nel nostro istituto.

Come tutti gli anni, il nostro obiettivo è stato quello di stupire grandi e piccini, professori, alunni e maestre. Quest’anno, però, abbiamo colto l’occasione anche per far vedere ai nostri visitatori le peculiarità di una scuola a indirizzo aeronautico, come il simulatore di volo, il simulatore di torre di controllo e la nostra sala meteo, con annessa spiegazione dei nostri progetti. Progetto Meteo e simulatori sono stati presentati interamente dagli alunni della scuola, che hanno saputo mantenere l’attenzione di ragazzi e bambini in modo egregio.

Altri alunni hanno aiutato il professor Catalano nella spiegazione e dimostrazione dei suoi esperimenti, altri ancora hanno fornito un aiuto nello spostamento dei visitatori da una sala all’altra: gli alunni del nostro istituto hanno quindi giocato un ruolo pressoché fondamentale per questa edizione di Bergamo Scienza 2017.

Ma tornando al nostro laboratorio: quest’anno l’esperimento principale e più notevole è stato la “Bilancia di Cavendish”, realizzato dal professor Catalano con l’aiuto degli alunni. Con questo esperimento, di recente costruzione, è possibile calcolare la forza di Gravitazione universale e, unendolo a altri due esperimenti che ci forniscono i dati utili per calcolare la forza gravitazionale e il raggio della Terra, possiamo rispondere alla domanda, motto di Bergamo Scienza 2017, “Ma quanto pesa la Terra?”.

Come è andata l’edizione di quest’anno? Il professor Catalano non ha avuto dubbi e ha risposto subito: “Grandissimo successo di pubblico e di interesse, soprattutto per quanto riguarda la fisica divertente”, quindi ha anche aggiunto: “Molti visitatori hanno scoperto che la fisica è la realtà in genere”.

Tante classi si sono presentate per ammirare gli esperimenti del nostro laboratorio. Da vincitori di passate edizioni, in particolare ricordiamo quella dello scorso anno, anche quest’anno vogliamo finire in vetta alla classifica.

Alessandro Donina, 2 A Scientifico

 

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Messa di Natale: auguri col cardinale

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Sarà il cardinal Ernest Simoni quest’anno, il 22 dicembre alle ore 11, a presiedere la tradizionale messa per il Santo Natale organizzata dall’Istituto Aeronautico Locatelli nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, in largo Belotti 1.

Don Ernest Simoni, da noi intervistato alcuni mesi fa, a causa della sua fede era stato arrestato nel 1963, trascorrendo ben 28 anni in carcere in Albania, sottoposto ai lavori forzati.

L’accusa contro di lui era aver fatto propaganda della fede: “Mi dissero che sarei morto, implicato come nemico perché avevo detto al popolo che saremmo morti tutti per Cristo, se necessario”, aveva dichiarato. Nel 2016, dopo aver incontrato due anni prima il pontefice, è stato fatto cardinale.

L’occasione della messa da lui celebrata sarà quella del consueto scambio di auguri, in un momento di riflessione natalizia, tra studenti e docenti della scuola prima della interruzione per il periodo di vacanza.

Guido Pedone, 4 B Scientifico

 

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Lingua che cambia: meglio o peggio?

Posted by admin On Gennaio - 4 - 2018 Commenti disabilitati su Lingua che cambia: meglio o peggio?

Quando la lingua declina, declina l’intero popolo. Molti scrittori e filosofi e frenetici, che si potrebbero ritenere causa di queste modifiche. Le parole assumono nuovi e diversi significati, più adatti alle Generazioni Y e Z che alle precedenti. sarebbero concordi su questa linea di pensiero e primo tra tutti loro sarebbe probabilmente George Orwell. Infatti, come espresse specialmente nel suo saggio “Politics and the English Language”, credeva fermamente che il linguaggio di nazioni sottoposte a dittature, come la Germania di Hitler o l’Unione Sovietica, si deteriorasse.

Comprendeva infatti lo stretto rapporto che le lingue hanno con tutti gli aspetti della vita del popolo e della nazione e manifestò tanto interesse per i rischi di un uso banalizzato e ideologico del linguaggio, che non solo vi dedicò tre saggi, tra cui quello precedentemente nominato, ma lo rese uno dei temi più importanti del suo libro più famoso, 1984.

In breve, 1984 è un romanzo che parla di un mondo utopico diviso in tre stati, Oceania, Eurasia ed Estasia. L’Oceania è governata dal Partito, capitanato dal Grande Fratello, personaggio onnisciente che mai appare fisicamente nel libro. Tra i piani della classe governante, oltre che conquistare gli altri due stati, troviamo la volontà di sostituire l’inglese con un nuovo linguaggio: la neo-lingua. Peculiarità di questa nuova lingua è di rendere impossibile ogni pensiero contrario ai principi del Grande Fratello, perché non sarebbe più esistito neanche un concetto di ribellione, libertà o valori divergenti a quelli del Partito una volta completamente adottata. Sviluppando la neo-lingua nel romanzo, Orwell dà la prova di come il linguaggio possa distorcere la visione del mondo di chi lo parla e come i regimi possano utilizzarlo per chiudere e corrompere la mente del popolo. Con l’evoluzione di questo tema mostra anche come le lingue vadano sempre di più a semplificarsi e degenerarsi col tempo, tramite la perdita di sinonimi e l’abbreviazione o la sostituzione dei termini più lunghi e complessi.

Oggi specialmente possiamo vedere come anche la nostra lingua si sia modificata ed è ancora più evidente nell’inglese, considerata la lingua di Internet. Su blog, social network e messaggi numerose parole vengono abbreviate o si creano acronimi, fenomeno che contenuto nell’italiano analizzato a confronto con l’inglese. Infatti nella lingua di Internet questi acronimi, sigle e modi di dire sono ormai entrati nei dizionari ed è impossibile muoversi su siti anglofoni senza conoscerli. Mentre un paio di anni fa queste espressioni si limitavano al linguaggio scritto, oggi si stanno radicando anche in quello parlato.

Guardando questo fenomeno, salta all’occhio come il linguaggio sia legato alla vita di tutti i giorni, che sta assumendo ritmi sempre più veloci

Questo sviluppo del linguaggio potrebbe considerarsi un declino oppure un nuovo inizio: si fa spazio a nuove generazioni e con loro a un nuovo modo di esprimersi. Se invece si considera il linguaggio come un modo diverso per vedere il mondo, si può solo notare come questa visione stia cambiando, come si stia sviluppando e come si stia modificando. La lingua è quindi come uno specchio della vita reale e, come Orwell prevedeva, sta cambiando notevolmente: resta solo da decidere se in meglio o in peggio.

Lisa Merlo, 3 A Scientifico

 

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