Saturday, November 1, 2025

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Diplomi 2016: tanta commozione

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Diplomi 2016: tanta commozione

Tradizione decennale dell’Istituto Aeronautico Locatelli: la consegna dei diplomi. Per tutti gli studenti dell’istituto la mattinata del 30 ottobre si è aperta con il raduno al Palacreberg di Bergamo. La cerimonia è iniziata con la consegna delle mostrine alle matricole: sulle note della Fanfara alpina Tridentina di Brescia, gli studenti del corso Albatros II, appena diplomati, hanno consegnato le mostrine agli allievi del corso Freccia II.

I presentatori della manifestazione, anche quest’anno, sono stati il professor Vanni Scacco e Maria Teresa Ruta. Hanno subito ringraziato i numerosi personaggi che hanno accettato la richiesta del

preside Giuseppe Di Giminiani di partecipare a questo evento e annunciato anche un intento benefico, visto il terremoto che nuovamente, poche ore prima, aveva scosso l’Italia: una raccolta di offerte da destinare ad Arquata Del Tronto, uno dei  comuni del picentino colpiti dal sisma.

Primo a esibirsi Andrea Valenzisi, uno dei finalisti di Sanremo Newtalent, che ha cantato “Rimango”. Poi si è cimentato con la canzone “Notte” dei Modà. Solo al termine della sua esibizione è inziata la cerimonia della consegna vera e propria dei diplomi, prima alla classe 5A e poi alla 5B Liceo Scientifico. Quest’anno, oltre ai professori, i diplomi sono stati consegnati da alcuni ex alunni, che dopo essersi diplomati circa dieci anni fa, hanno accettato l’invito del preside e sono tornati a consegnare i diplomi ai loro “successori”. Questi ragazzi, ormai adulti, lavorano come piloti in diverse compagnie aeree, come la Ryanair, o in agenzie aerospaziali, oppure ancora all’ENAC o all’ENAV. Per la consegna dei diplomi è salito sul palco anche Francesco Lerre, militare delle Fiamme Gialle e campione di Judo.

Da cinque anni l’istituto tecnico aeronautico ospita anche il liceo coreutico: con la collaborazione della celebre ballerina Carla Fracci e la rivisitazione a opera dell’insegnante Elena De Laurentis della coreografia originale, le allieve ballerine hanno messo in scena “La bella addormentata” di Tchaikovsky. Successivamente  hanno danzato anche “Le fate dei fiori”, con vestiti rosa e azzurri e tenendo in mano intrecci di fiori.

Dopo questi intermezzi sono stati premiati tre degli alunni che hanno conseguito il brevetto VDS a Grottammare, ovvero Anas Mifta, Marcello Colombi e Lisa Hasan. Poi si è esibito il cantante Cristiano Cosa, finalista di Amici Casting nel 2014: ha proposto al pubblico diverse canzoni e inediti scritti da lui come “Use some body”, “Ritornerai” e “I was may to love”.

Dopo questa esibizione la cerimonia è continuata con la consegna dei diplomi alla classe 5D, durante la quale al preside è stata letta una lettera in rima che, insieme a quella scritta da Andrea Duci, alunno di 5D, lo ha fatto commuovere. Agli studenti Duci e William Poggi il campione di pugilato Luca Messi ha poi consegnato come riconoscimento per il risultato del diploma un abbonamento al suo centro sportivo. Quindi c’è stata la consegna dei diplomi alla classe 5 A.

Alla fine a essere premiata è stata anche la presentatrice Ruta, per mano di Tito Rubeni, preside di Grottammare: le ha consegnato  un cristallo a forma di cuore proveniente dalla Val Vibrata. A questo è seguito un intervento di Gene Gnocchi e un secondo intermezzo delle ballerine di danza moderna che hanno ballato “Bianco e Nero”.
Per chiudere la mattinata, prima della consegna dei diplomi alle classi 5B e 5C, si è esibito il comico Angelo Caresia, seguito da Selene Miliari, vincitrice di Sanremo Newtalent, che ha cantato “La nuova stella Broadway” e “Sky full of star” dei Coldplay.

La cerimonia è stata chiusa dall’inno d’Italia suonato dalla Fanfara Alpina Tridentina di Brescia, con appuntamento al prossimo anno.

Sara Lucia Zappulla, 3B Ls

 

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Chianciano: podio per la seconda volta

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Chianciano: podio per la seconda volta

Un altro piccolo grande traguardo: grazie al lavoro di tutti, il risultato è arrivato, riconoscimento di impegno costante. Siamo lieti di annunciarvi, e non nascondiamo una grande soddisfazione, che il nostro giornale scolastico, “Il Corriere dell’Aeronautico”, ha vinto per il secondo anno consecutivo il premio Nazionale “Giornalista per 1 giorno”, organizzato dall’Associazione Nazionale Giornalismo Scolastico che dal 2002 si occupa di valorizzare e promuovere il giornalismo nelle scuole italiane.

Arrivato alla dodicesima edizione, il concorso ha visto la partecipazione, insieme al nostro giornalino, di altri 2220 giornali scolastici, dei quali 836 (più il nostro ovviamente) interamente realizzati da studenti delle scuole superiori. Lo scorso anno, per l’XI edizione del premio, i giornali scolastici partecipanti erano stati in tutto (tra elementari, medie e superiori) poco meno di 2.000, mentre il dato degli istituti superiori era di 784: di questi ultimi, 26 avevano ottenuto il primo premio, in varie categorie. Numeri da capogiro e in crescita quindi: fattore quest’ultimo che aumenta ancora di più la nostra soddisfazione per il risultato ottenuto.

Proprio come per l’undicesima edizione, il premio viene assegnato tra ottobre e novembre per i lavori inviati a fine dell’anno scolastico precedente e viene consegnato materialmente nel successivo mese di aprile.

Ad aprile scorso infatti ci siamo recati al palazzetto dello sport di Chianciano Terme, per partecipare alla premiazione che si svolgeva nel corso del Meeting nazionale. Alla cerimonia hanno partecipato diverse centinaia tra studenti e docenti provenienti da tutta Italia. Dopo i saluti, il benvenuto e una lezione di Giornalismo, il nostro “Corriere dell’Aeronautico” ha ricevuto il primo premio per la sezione “Esprit de corps”, per il senso di unità e di appartenenza che da sempre rappresenta il punto di forza dell’Istituto. Oltre tutto, nota di curiosità, su ventisei scuole superiori premiate in tutta Italia, ben quattro arrivavano dalla provincia di Bergamo. Il riconoscimento ottenuto un anno fa e premiato ad aprile, ci ha spronati a guardare avanti e a trovare nuovi spunti: e anche quest’anno, siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo, ottenendo questo importante riconoscimento a livello nazionale, grazie al lavoro di tutti coloro che collaborano con passione,  per curare in ogni aspetto la realizzazione del nostro giornale, dalla scrittura degli articoli all’impaginazione.

La e-mail di annuncio anche questa volta è arrivata a fine novembre, con l’invito a partecipare alla cerimonia di premiazione dell’11 aprile, sempre in quel di Chianciano Terme.

E nell’attesa di ritirare il premio nazionale “Giornalista per 1 giorno”, continuiamo a lavorare per perfezionare il nostro giornale scolastico, non solo per mantenerne alto il livello, ma anche per garantire sempre uno spazio per i pensieri di tutti noi.

Priscilla Mauri, 3B Ls

 

Quest’estate alcuni collaboratori del Corriere dell’Aeronautico hanno partecipato alla selezione per il concorso nazionale “Oscar del Giornalismo scolastico” promosso da Associazione nazionale giornalismo scolastico.

Tra questi hanno vinto il premio (pubblicazione dell’articolo in un volume, diploma e tesserino da “giornalista scolastico”) in sette e ora i loro articoli sono stati pubblicati, insieme agli altri premiati, in un’antologia.

Si tratta del neodiplomato Daniele Pinotti (ex 5B Ls), di Ortensia Delia e Lorenzo Leoni di 5A Ls, Riccardo Bernocchi, Matteo Bevilacqua e Sara Zappulla di 3A Ls, Marcello Colombi e Nicolò Gelmi di 3B Ls.

Ecco il racconto di come uno di loro ha saputo la notizia.

Era agosto. Stavo tornando dall’Avioclub Val Vibrata di Grottammare dove avevo partecipato al corso per ottenere il brevetto VDS, quando ho ricevuto una telefonata da mio padre: mi comunicava che l’articolo che avevo inviato aveva superato le selezioni nazionali. Non ho capito subito cosa fosse successo, ma pian piano ho elaborato la notizia: tutto era iniziato a giugno, quando avevo ricevuto una mail dal  professor Tiziano Tista, il docente di Comunicazione. Mi informava che, se avessi voluto, avrei potuto  inviare uno degli articoli scritti da me all’Associazione Nazionale giornalismo scolastico per l’annuale concorso di Oscar del giornalismo e mi suggeriva, nel caso, quale mandare per essere valutato. Con l’autorizzazione dei miei genitore, lo avevo quindi spedito.

Ero speranzoso, ma certamente non credevo che sarei arrivato alla nomination (la selezione è avvenuta tra qualcosa come 80 mila articoli). Appena me lo hanno comunicato, ho pensato di non aver capito: me lo sono fatto ripetere e alla fine mi sono reso conto che, fra tutti, proprio io ero stato uno dei prescelti.

Mi ha travolto un senso di fierezza e di felicità e nel contempo mi sono reso conto che, tutti quegli articoli scritti sui più disparati argomenti che il professor Tista ci dava di compito, erano serviti a sviluppare la mia capacità dialettica e interpretativa, mi avevano spinto all’analisi delle informazioni, all’elaborazione del pensiero, alla selezione dell’espressione, al significato e all’importanza della comunicazione.

Marcello Colombi, 3A Ls

 

 

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Aeronautico e Coreutico: open day

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Aeronautico e Coreutico: open day

Il conto alla rovescia anche quest’anno, ormai, è arrivato alla fine. Siamo al consueto e importante appuntamento con l’Open Day del nostro istituto, anzi, con il doppio Open Day: perché se il 26 novembre saranno aperte le porte dell’Istituto tecnico e del Liceo scientifico aeronautico, il 27 novembre toccherà al Liceo coreutico.

Si tratta di un’opportunità che ogni anno viene colta da un numero sempre più alto di famiglie, per conoscere questo nostro mondo, questa nostra famiglia un po’ speciale.

I “futuri piloti” verranno a conoscenza della qualità e della serietà del “Locatelli” e constateranno con i propri occhi sia la professionalità del corpo docenti e in particolare del preside Giuseppe Di Giminiani, sia la caratteristica fondamentale della nostra scuola, ovvero quella di far sentire lo studente parte di un gruppo che condivide i medesimi ideali e valori.

L’istituto sta conoscendo una vera e propria crescita esponenziale; basti pensare che nel 1990, l’anno in cui la scuola è stata fondata, erano solo 25 gli alunni iscritti, mentre attualmente sono circa 650.  Non solo: a questi numeri va aggiunto il potenziamento dell’offerta, prima nel campo della comunicazione e poi, ma solo per ordine cronologico, nella danza, inaugurando il liceo Coreutico; senza dimenticare la sede di Grottammare e quella, aperta lo scorso anno, di Campli.

Numeri da capogiro che confermano quanto il modello didattico e educativo proposto dal professor Di Giminiani stia dando i suoi frutti. Infatti, secondo il preside, la scuola non deve essere intesa unicamente come un luogo in cui i ragazzi acquisiscono conoscenze, ma anche come il contesto sociale dove hanno l’occasione di crescere dal punto di vista etico e morale, interiorizzando quelle virtù che permetteranno loro di avere successo nella vita. A dimostrazione di questo, proprio nel giorno della consegna dei diplomi ai diplomati del corso Albatros II, in più momenti sono stati gli studenti a far commuovere il preside con le loro parole e lettere di ringraziamento. “Per loro sono un po’ come un secondo padre”, ha detto lui stesso dal palco del Palacreberg di Bergamo di fronte alle famiglie degli studenti.

Ecco perché ci sono anche  per quest’anno tutti i requisiti affinché l’Open Day, che si terrà appunto sabato 26 novembre a partire dalle ore 15, riscuota un grande successo: ad accogliere i visitatori studenti e docenti della scuola.

Inoltre in questo giorno ci sarà un evento al quale gli alunni non potranno assolutamente mancare: infatti in mattinata l’Aula Magna della scuola accoglierà alcune rinomate figure del mondo aeronautico che illustreranno i possibili sbocchi lavorativi in seguito al conseguimento della Maturità nel nostro istituto.

Tutti coloro che hanno dubbi sul mondo dell’aviazione o non hanno ancora le idee chiare sul proprio futuro potranno avere così l’opportunità di trovare le risposte che cercavano.

Infine è doveroso ricordare l’altra data importante: il giorno successivo, infatti, il 27 novembre dalle ore 9 si terrà l’Open Day del Liceo Coreutico, parte integrante del “Locatelli”. Grazie alla direzione artistica, affidata all’etoile Carla Fracci, e alla stretta collaborazione con l’Accademia Nazionale di Danza, il pur giovane Coreutico sta diventando il punto di riferimento in Lombardia nel mondo della danza. E non solo per le ragazze che desiderano diventare ballerine e trasformare la passione per il ballo nel proprio lavoro.

“La vita riserva attimi di gioia e anni di sofferenze, tuttavia l’importante è trasformare gli attimi in ore e gli anni in minuti”, e realizzare un sogno – motto da sempre del nostro istituto – è senza ombra di dubbio una delle vie principali per conseguire un simile obiettivo.

Lorenzo Leoni, 5A Ls

 

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Il Locatelli a BGScienza

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Il Locatelli a BGScienza

Quest’anno si è svolta la XIV edizione di BergamoScienza, con ben diciassette giornate di eventi aperti gratuitamente al pubblico, dall’1 al 16 ottobre.

All’evento hanno partecipato anche alcuni alunni dell’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli”, che a gruppi di tre hanno svolto turni in qualità di guide allo stand del Politecnico di Milano, nella sede di Bergamo Science Center, in centro a Bergamo.

Gli studenti hanno collaborato con alcuni professori e alunni appunto del Politecnico di Milano: vi erano due laboratori, uno dedicato alla scienza del volo ma con gli aeroplani di carta, l’altro dedicato invece ai razzi.

Il primo laboratorio era accessibile alle scuole durante il corso della settimana e invece ai privati durante i weekend: era rivolto a un pubblico di bambini tra gli 8 e i 12 anni di età e aveva una durata prevista di circa un’ora.

È stato diviso in due parti, una teorica e l’altra pratica. Inizialmente i professori del Politecnico di Milano si sono adoperati per esporre ai bambini, attraverso una presentazione, i fondamenti del volo atmosferico: si parlava quindi delle forze che agiscono su un’aeromobile, la generazione della portanza, l’equilibrio, la stabilità, le manovre e molto altro ancora.  L’intento era di creare in loro un interesse e una curiosità per il volo.

Nella seconda parte gli alunni dell’istituto Aeronautico prestavano aiuto nella costruzione di aeroplani di carta, di difficoltà non indifferente, e rispondevano alle domande curiose dei bambini.

Il secondo laboratorio era anch’esso accessibile a scuole e privati, ma era rivolto prevalentemente a un pubblico di ragazzi di età maggiore di 13 anni.

Pure questo laboratorio è stato diviso in una parte teorica e in una invece pratica.

Durante la prima, gli alunni del Politecnico di Milano che fanno parte del progetto “Skyward Experimental Rocketry” hanno spiegato attraverso una presentazione lo spazio, le orbite, i satelliti artificiali, i missili, i vettori spaziali, e ancora l’esplorazione e il turismo spaziale e il lavoro che loro stessi compiono con molta passione, nel tentativo di raggiungere lo spazio con razzi e droni costruiti con la collaborazione di oltre un centinaio di studenti.

Nella seconda parte di laboratorio gli alunni dell’Aeronautico offrivano aiuto ai ragazzi nella costruzione di razzi “fai da te” assemblabili in 15 minuti.

La speranza è quella di aver contribuito a creare un certo interesse nei bambini e nei ragazzi che hanno partecipato ai laboratori, che potrebbero anche essere i futuri inventori, costruttori, ingegneri o perfino astronauti, piloti di mezzi che potrebbero portarci alla colonizzazione di nuovi pianeti.

Nadir Riva, 3B LS

 

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Brevetto Vds: sogno realizzato

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Brevetto Vds: sogno realizzato

“Ma che ne sai se non ci provi mai, che rischi corri se non vuoi volare,

con i piedi a terra,

legati alla ragione,

ti passa presto la voglia di volare…”

(Edoardo Bennato, “Ma che sarà”)

Tutto è cominciato con una conferenza tenuta dal professor Vanni Scacco per discutere della possibilità di seguire un corso per il conseguimento del brevetto VDS (Volo da Diporto Sportivo): questo corso incominciava verso fine luglio e terminava il 3 settembre, il giorno dell’esame.

Mi ha colpito una frase in particolare: “Pilotare un 747 o un P92 è identico, cambiano solo i comandi, non c’entra la grandezza del velivolo o la quantità dei motori. Qualsiasi aereo si sente sotto il sedile”. Dopo questa frase sono svaniti tutti i dubbi che avevo sul corso, non mi interessava più nulla, volevo volare.

Siamo partiti un uggioso sabato di luglio e dopo circa 6 ore di viaggio siamo arrivati a Grottammare. Ci siamo goduti la domenica sulla spiaggia, ripromettendoci di tornare ogni week-end, studio permettendo.

Il lunedì siamo arrivati all’Avio Club in uno stato di eccitazione mai visto prima, siamo entrati in aula: il presidente, accompagnato dal direttore e dai vari istruttori, ci ha fatto una breve presentazione del corso; poi ci hanno portato in hangar e ci hanno mostrato parte per parte il velivolo.

È  stata un sensazione unica vedere dal vivo tutto ciò che fin a quel momento avevamo studiato e visto solamente sui fogli di carta. Abbiamo iniziato

le lezioni teoriche e quelle pratiche. Le lezioni teoriche erano intervallate da voli individuali con l’istruttore. I primi voli sono stati di “familiarizzazione”: dovevamo prendere confidenza con il velivolo. Ricordo che, mentre compivo non solo i voli di familiarizzazione ma anche alcuni voli seguenti, ero così in ansia e in tensione che quando parcheggiavo e scendevo dal velivolo tiravo un respiro di sollievo. Ho capito che ormai mi sentivo a mio agio solo quando in quota, in seguito a una virata, mi sono appoggiato allo schienale del sedile: dal quel momento il volo è stato un vero e proprio piacere.

Durante le lezioni teoriche abbiamo affrontato argomenti di ogni tipo, dagli effetti secondari dei comandi alla legislazione aeronautica; la parte di nozioni generali sugli aeromobili mi è piaciuta molto perché riuscivo a mettere in pratica ciò che avevo studiato qualche momento prima sui banchi, in cielo a 1000 piedi di altitudine. Invece durante le lezioni pratiche abbiamo affrontato, oltre allo studio basico del velivolo, tutte le possibili manovre di emergenza, per la nostra sicurezza. Dopo ogni settimana divisa fra studio sui banchi, voli e studio in convitto ci siamo concessi quasi sempre una giornata praticamente  intera al mare, il sabato, mentre poi la domenica ancora a studiare per il lunedì.

Tutto ciò fino a due settimane prima dell’esame, data in cui abbiamo azzerato ogni svago e divertimento per concentrarci completamente sullo studio in vista del test, che dopo tutti quei sacrifici e quegli sforzi non potevamo fallire.

Alla fine è arrivato il fatidico giorno. Tutti eravamo coi nervi a fior di pelle mentre aspettavamo l’esaminatore, un occhio sui quiz e l’altro che cercava di capire quale fosse la macchina del esaminatore. È arrivato, ci siamo seduti ce l’abbiamo messa tutta per di passarlo. Dopo due ore di quiz siamo partiti con i voli: ricordo quel volo meglio di tutti, c’era vento forte perpendicolare alla pista e ciò portava solo a un aumento della difficolta del volo.

Finito l’esame siamo andati a mangiare con tutto l’Avio Club, ma con l’ansia per il risultato del esame: non sapevamo ancora gli esiti. Tornati in Avio Club ci hanno comunicato che eravamo passati e in quel momento ci siamo guardati: io, Lisa Hasan, Anas Mifta e XX. Da quegli sguardi trapelavano tutti i sacrifici e le fatiche compiute, ma erano sovrastate da una gioia mai provata prima di allora.

Io consiglio questa esperienza a tutti coloro che hanno un sogno, un ambizione, a tutti coloro che sono disposti a lottare per portare a termine una sfida perché “non c’è obbiettivo più ambizioso che realizzare un sogno”.

Marcello Colombi, 3A Ls

 

 

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Galaxy Note 7: a rischio

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Galaxy Note 7: a rischio

Gli scorsi due mesi per la nota azienda Samsung sono stati molto “roventi”: produzione e vendita della nuova punta di diamante del colosso sudcoreano, il Galaxy Note 7, sono state bloccate poiché lo smartphone era soggetto a esplosioni durante la ricarica. Questa vicenda ovviamente non ha giovato alla campagna marketing, con cui si sperava di catturare un’ampia fetta di compratori introducendo sul mercato il dispositivo prima della presentazione dei suoi principali concorrenti, cioè gli IPhone 7 e 7 Plus di Apple.

Tutto è cominciato a fine agosto, quando Samsung ha avviato la distribuzione del Note 7 e sono arrivate le prime notizie di scoppi; a inizio settembre l’azienda ha bloccato quindi momentaneamente le spedizioni.

Nel frattempo è stato individuato il problema: la batteria si surriscaldava quando anodo e catodo venivano a contatto. Una problematica che poteva essere risolta soltanto sostituendo la batteria; pertanto il colosso ha deciso di richiamare i dispositivi usciti di fabbrica per ripararli e riprendere la distribuzione il prima possibile.

Il 19 settembre, intanto, la FAA, l’agenzia del dipartimento dei trasporti statunitensi che si occupa di sovraintendere ogni aspetto dell’aviazione civile, allarmata, ha vietato l’ingresso in aereo a tutti coloro che risultavano in possesso dello smartphone “esplosivo”.

Dopo settimane di ansia e tensione in casa Samsung per i costi enormi della campagna richiamo, rimborso e sostituzione, la vendita del Galaxy Note 7 è ripresa negli USA a fine ottobre, mentre in Europa sarebbe dovuta ricominciare a novembre; Samsung ha però deciso di sospendere definitivamente la produzione del top di gamma che, analizzando la scheda tecnica e leggendo le poche recensioni in internet, avrebbe potuto riscuotere un grande successo soprattutto grazie a un display ampio e curato. Si spera ora nel prossimo Galaxy 8, in arrivo forse per inizio 2017.

Lorenzo Leoni, 5A Ls

 

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Mazzoleni, da studente a docente

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Mazzoleni, da studente a docente

Quindici anni fa era dall’altra parte della barricata, sui banchi degli studenti: ora Manuel Mazzoleni è tornato alle sue origini, ma quel mondo lo deve affrontare e vedere un po’ al contrario. Non più come studente, infatti, ma come insegnate. Lo abbiamo intervistato, per capire le sue emozioni, le sue sensazioni, il suo vissuto e le sue speranze.

Professor Mazzoleni, quando ha frequentato l’Aeronautico?

Dal 1996 al 2001

Com’è stata la sua esperienza da studente? Come mai ha scelto questa scuola?

È stata una bella esperienza perché ho intrapreso un percorso che mi piaceva e, come la maggior parte degli studenti di questa scuola, sognavo di fare il pilota. alla fine mi sono però innamorato della meteorologia ed ora eccomi qui.

Ha frequentato l’Istituto Tecnico?

Sì, quando frequentavo questa scuola non c’era ancora il Liceo Scientifico. Eravamo solo due sezioni del tecnico.

Dopo la maturità che percorso ha intrapreso?

Mi sono iscritto all’università e mi sono laureato in fisica dell’atmosfera, facendo la tesi presso la Epson Meteo. Dal 2008 ho iniziato a lavorare nel centro meteorologico 3Bmeteo, dove tutt’ora lavoro come meteorologo.

Lavorare nel mondo meteorologico era un suo sogno o è stata una passione subentrata successivamente?

Questa passione è nata proprio mentre frequentavo il Locatelli. Durante le lezioni di meteorologia mi sono appassionato a questa materia grazie al Maggiore Angelo Romito, che mi ha trasmesso la passione per questa materia.

Come è nata l’idea di tornare nella sua vecchia scuola con il ruolo di insegnante?

È nata casualmente, grazie ad una collaborazione dell’Istituto Locatelli con 3Bmeteo per gli studenti che rientrano nel progetto dell’alternanza scuola-lavoro.

Preferisce il ruolo di studente o di insegnante?

Sono entrambe esperienze che arricchiscono molto, ma non preferisco l’una all’altra, perché sono totalmente differenti e ognuna è speciale a modo suo. Da studente la scuola rappresenta quel percorso che ti porta a diventare un uomo, da insegnante vedi le cose con occhio diverso e apprezzi il poter trasmettere la tua esperienza ai ragazzi.

Come sono state le prime lezioni da docente?

Le prime lezioni erano strane, perché sei inevitabilmente portato a rivivere il tuo percorso da studente. Poi però diventa anche quello un mestiere da vivere con normalità.

Se potesse tornare indietro rifarebbe questo percorso? 

Sì, lo rifarei senza esitazioni perché è un percorso che mi ha dato grandi soddisfazioni.

Ha avuto qualche difficoltà?

Le uniche difficoltà che ho avuto le ho riscontrate al primo anno di università, per recuperare alcune lacune che avevo nelle materie scientifiche.

Quali progetti ha per il futuro?

Per il momento non ho altri progetti in cantiere perché ho già una vita lavorativa piuttosto completa, per il momento non avrei del tempo da dedicare ad altri progetti.

Qual è la cosa che più le piace del suo lavoro?

Lavorare con il futuro. Mi piace poter prevedere e sapere in anticipo quello che succederà, svegliandomi la mattina dopo e constatare che avevo ragione.

Vuole condividere qualcosa con gli studenti?

Vorrei condividere la mia passione per la meteorologia e trasmetterla anche a loro. Quando chiedo agli studenti cosa vorrebbero fare del loro futuro la risposta più diffusa è quella del pilota, nessuno mi dice che vorrebbe fare il meteorologo. In un futuro vorrei sentirmi dire da un alunno che vorrebbe intraprendere un percorso nella meteorologia: sarebbe una grande soddisfazione, perché significherebbe che sarei riuscito a farlo innamorare della meteorologia..

Ortensia Delia, 5A Ls

 

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Lady Gaga stupisce con Joanne

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Lady Gaga stupisce con Joanne

JOANNE- LADY GAGA (Interscope, Streamline)

“Joanne” è l’ultimo album di Lady Gaga, rilasciato il 21 ottobre 2016. È stato anticipato dal singolo “Perfect Illusion” il 9 settembre, che a mio parere è la canzone del disco più conforme al tipico stile di Gaga, il dance pop che solo lei può fare, sonorità alla “The Same” del 2008 o come il suo “Born This Way” uscito tre anni dopo l’esordio.

La cosa che mi ha stupito molto del disco è che sia composto da mille sfumature: è tutto profumato di country, con quel pizzico di elettronica, che però non sta in primo piano, ma fa da sfondo. Si parte da “Diamond Heart”, per toccare pezzi come “Dancin’ in Circles”, pezzo dal ritmo reggaeton dove l’intensità è generata dal sussurro della cantante che ci accompagna fino alla fine del pezzo, o “Come To Mama”, traccia 9, dove si va a toccare il folk rock.

È questo che rende bello un disco: non è sempre la stessa minestra che stanca dopo le prime tre tracce, ma tutto qui prende forma e gira intorno ad un elemento: la voce di Lady Gaga, estremamente versatile (pensate che ha anche fatto “Cheek to Cheek”, un disco jazz con Tony Bennett nel 2014).

Il secondo singolo, uscito lo scorso 8 novembre, è la stupenda “Million Reasons”, una ballad acustica, con un tiro diverso rispetto al primo singolo, ma con un’intensità pazzesca. Ebbene sì, ci sono milioni di ragioni per ascoltare questo disco. Consigliato.

Matteo Francesco Bonanno, 4 A Tecnico

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“Sai che” Mengoni ci emoziona

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su “Sai che” Mengoni ci emoziona

SAI CHE- MARCO MENGONI

(Sony Music)

“Sai Che” è un singolo uscito il 14 ottobre 2016, che anticipa un album live di Marco Mengoni che uscirà il 25 novembre.

Non poteva esserci partenza migliore. È prodotto da Michele Canova, che con le sue produzioni riesce a trasportare chi ascolta il pezzo letteralmente in un’altra dimensione, e scritto da Fortunato Zampaglione, autore già da tempo di Marco Mengoni: tra le più note che ha scritto “Ti ho voluto bene veramente” o “Guerriero”.

Il sound non si distoglie molto dall’ultimo disco “Le cose che non ho”: qui invece all’interno del pezzo si sfrutta al massimo il beat, che è appunto il suo elemento portante.

La cosa che mi stupisce più di Marco è il fatto che nei suoi pezzi quasi sussurra, interpreta il testo in un modo così diretto senza aver bisogno di urlare. Mengoni ci fa capire quanto nella musica non ci sia bisogno di gridare, arrivare all’estremo, per far sì che una canzone entri dentro.

Il testo parla delle emozioni che si provano e dei ricordi che riaffiorano durante un’attesa in solitudine: “Trovarsi da soli col poco che resta, rifugiarsi in un luogo lontano dal mondo dove sembra infinito anche un solo secondo”.

Merita davvero, spero che gli inediti del nuovo disco seguano le orme di questo singolo.

Matteo Francesco Bonanno, 4 A Tecnico

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Nek, una sperimentazione da capire

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Nek, una sperimentazione da capire

UNICI – NEK (Warner Music Italy)

Il 14 ottobre 2016 è uscito il nuovo, attesissimo album di Filippo Neviani. È stato anticipato dai singolo “Uno Di Questi Giorni”, uscito a maggio, che ci ha accompagnato per tutta l’estate, seguito poi dalla title track “Unici”. Ha raggiunto le prime posizioni su iTunes sin da quando è uscito, ma ricercando informazioni sul disco su internet ho letto un sacco di critiche a mio parere inutili. In sostanza in molti sostengono che, con quest’ultimo progetto, Nek si sia spostato in un genere che non è il suo, risultando così non credibile, “acquistando” una fascia di pubblico che non è la sua.

Personalmente ho un’opinione completamente diversa: in molti credono che quando un’artista, in questo caso conosciuto per le sue sfumature alla Sting o per quel sound puramente italiano, produce un album “diverso” cerchi di omogeneizzarsi agli altri. Invece è tutta una questione di evoluzione.

Nek ha voluto sperimentare: non mi sembra che all’interno dell’album vi siano arrangiamenti che suonino familiari oppure già sentiti, perché appunto è un’evoluzione personale, non un’omogeneizzazione per conquistare nuovo pubblico. A me il disco è piaciuto: ci sono due tracce che non mi hanno colpito più di tanto, lo ammetto, ma allo stesso tempo troviamo canzoni come “Futuro 2.0” o “Uno Di Questi Giorni”, che hanno un sound nuovo, fresco. È comunque un disco consigliatissimo.

È difficile trovare la mia preferita, ma se devo dirne una è “In Braccio”, ma non scherza neanche la quarta traccia, “Freud”, duetto con J-Ax.

Francesco Matteo Bonanno, 4 Tecnico

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Impaginare? Un’arte

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Impaginare? Un’arte

Forse non molti di voi si saranno interessati a questo argomento ma penso sia giusto che lo affrontiate almeno una volta: cercherò di illustrarvi alcune regole base che vi possono aiutare a ottenere un buon risultato finale, dando per scontato che l’argomento  della tesina sia già scelto e ben conosciuto, visto che è su quello che arriva la valutazione. Una piccola nota: la prima di copertina è la pagina del titolo, la seconda di copertina è la pagina successiva, mentre la terza e la quarta di copertina sono le ultime due pagine del vostro lavoro.

Il primo consiglio è di giustificare il testo, non utilizzate l’allineamento sinistro, orribile e antiestetico; inoltre sarebbe l’ideale impostare la sillabazione automatica del testo. Per centrare il testo non utilizzate la barra spaziatrice ma l’apposita funzione.

Il secondo consiglio è di utilizzare un unico font (carattere) per il corpo del testo che magari non sia il classico Times New Roman impostato di default: io personalmente userei un font formale (sarebbe meglio utilizzare font con grazie, come il Garamond o il Linux Libertine, entrambi gratuiti e reperibili online). Per i titoli dei capitoli, sezioni e sottosezioni utilizzerei un font senza grazie (ad esempio il Linux Biolinum). Cerchiamo inoltre di utilizzare tutte le potenzialità del font e quindi utilizziamo le legature del testo (per chi possiede un iMac questa cosa avviene in automatico) e le lettere maiuscole accentate: non scriviamo e’ o E’ che sono davvero molto brutti. Inoltre non superiamo il calibro 12 di grandezza: è davvero antiestetico e, se possiamo, stampiamo fronte e retro (molto più elegante).

Un’altra buona norma è quella di iniziare sempre un nuovo capitolo sulla pagina dispari dunque lasciando eventualmente una pagina bianca: inoltre il numero delle pagine dovrebbero essere a multipli di quattro (soprattutto per chi ha in mente di stampare il suo lavoro in tipografia). La seconda di copertina dovrebbe essere lasciata libera e sulla pagina immediatamente successiva si crea l’indice dove si riportano i capitoli, le sezioni e le sottosezioni (anche qua variamo il corpo: per il capitolo usiamo un grassetto, per la sezione il font normale mentre per le sottosezioni usiamo l’italic). Cercate dunque di suddividere il testo in capitoli, sezioni e sottosezioni per rendere più ordinato e organizzato tutto il vostro lavoro numerando in questo modo: il numero singolo (1) per i capitoli, la numerazione (1.1) per indicare la sezione e infine la (1.1.1) per indicare la sottosezione.

Nel caso in cui si debbano inserire immagini bisognerebbe sempre cercare quelle di migliore definizione e qualità per evitare sgranature. Ogni volta che si inserisce qualcosa nel testo (figure, tabelle, grafici) bisogna sempre mettere una numero (Fig. 1.1, Tab. 2.3) seguito da una breve descrizione: le numerazioni sono indipendenti e dovrebbero seguire il numero di capitolo ed inoltre sarebbe bene citarle almeno una volta nel testo.

Tenete anche a mente queste regole sulla punteggiatura e sulla spaziatura: per prima cosa non usiamo la barra spaziatrice per fare tabulazioni, esiste l’apposito tasto; lo spazio non va prima dei segni di punteggiatura (.,!?) ma ci va dopo; quando si aprono o chiudono le parentesi non si deve lasciare lo spazio e il segno che chiude la frase deve stare dopo la chiusura della parentesi; stesso discorso per le virgolette.

Un altro consiglio è quello di impostare il numero di pagina in basso, alternato a destra o sinistra a seconda che sia pagina dispari o pari; nella prima, seconda, terza e quarta di copertina, nella prima pagina dell’indice, di capitolo e di bibliografia il numero di pagina non va. La numerazione inoltre dovrebbe partire dal primo capitolo e dunque tutto ciò che sta prima dovrebbe, di norma, seguire un’altra numerazione, magari con i numeri romani minuscoli (i, ii, iii, …, xix).

Per impaginare al meglio la vostra tesina avete molte strade. La prima è quella di utilizzare Word o OpenOffice: il primo fa parte della suite a pagamento Microsoft Office mentre il secondo è un programma open-source che può essere scaricato gratuitamente da internet. In entrambi i casi il risultato che si ottiene non è sempre quello che si vorrebbe; soprattutto man mano che le pagine aumentano ci si accorge che diventa sempre più complesso gestirle. La seconda soluzione che propongo è quella dei software desktop publishing: anche qui esistono software proprietari, come Publisher (suite Office), InDesign di Adobe (il mio preferito), QuarkXPress, Pages (solo per utenti Mac), e software open-source come Scribus (l’unico degno di nota). In entrambi i casi il risultato sarà tanto migliore tanto più diventerete pratici del software: fate molte prove e vi consiglio di visionare anche qualche manuale che può esservi utile per le prime volte; alla fine l’esperienza e i trucchi che imparate da soli sono comunque migliori di qualsiasi documento.

La terza via è quella più complicata, ma garantisce risultati davvero eccellenti: sto parlando del software di composizione tipografica LaTeX. Personalmente è quello che preferisco in assoluto: è molto versatile e fa veramente di tutto, l’unico grosso problema è che va imparato. Questo ambiente di lavoro è davvero molto diverso perché ciò che si scrive è un vero e proprio codice sorgente che, una volta compilato, produce un file in output (generalmente in formato pdf). È utilizzato sia in ambiente scientifico che in ambiente umanistico per la sua estrema versatilità. Nel caso in cui vogliate utilizzare questo strumento vi consiglio di leggere bene, dato che la ritengo davvero un buon punto di partenza per imparare, questa guida: www.lorenzopantieri.net/LaTeX_files/ArteLaTeX.pdf.

Concludo ricordandovi ancora una volta che questi aspetti sono “secondari” e che si affrontano generalmente solo quando si è giunti ad un buon punto con gli argomenti che si sono decisi di trattare. Ad ogni modo, se volete maggiori dettagli su InDesign o su LaTex potete scrivermi una e-mail a questo indirizzo: mirko.mondini@studio.unibo.it e sarò ben felice di rispondere ai vostri dubbi. Non mi resta che augurarvi un buon lavoro.

Mirko Mondini, diplomato 2014

 

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Trump vs Clinton: a new era?

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Trump vs Clinton: a new era?

Trump vs Clinton: is it a new era for the USA? On Tuesday November the 8th we will know who the next president of United States will be.

A man or a woman will be the ruler of the world to come? The majority of the people doesn’t know who mrs Rodham is, without her husband surname (Clinton) and his presidentship too would have passed unnoticed without the sexual scandal involving him and Monica Lewisky. The former Secretary of State founded his election campaign on immigrants rights, gays marriage, a new plan for social security and social equality, in particular the rights about black women. She wants pure energy with hydroelectric power station or with aeolian deposits, to reduce environmental pollution.

She wants to build also new infrastructures to give home to homeless. Clinton wants also to do a fiscal reform to eliminate the multinationals which move American industries abroad.

Trump is an entrepreneur who wants to reduce debts and deficit that afflicts the USA since 2008 and so he wants to increase workplaces. On the theme of immigration he wants to build a wall on the Mexican boundaries, the elimination of the right of citizenship for the one born in the USA and an economic plan to improve wages and security for all Americans, so he wants to reduce criminality.

About energy he wants to use petrol again because he thinks that the global warming is a good thing. In foreign policy he wants to release the tensions with Russia and China, to avoid any chance to have nuclear power in Iran, to send troops abroad only if necessary and to defeat ISIS once for all.

Both were involved in scandals: Hillary sent, using her mail, 22 top secret documents and so she compromised the national security, while Trump was accused of harassment.

I’m not American and so on Tuesday I won’t vote, but I’d like to ask to all Americans: do you do it for real? Are these people really the best of your country? The ones that represent you? A sexists millionaire and an ex First Lady who even can’t send an e-mail?

Luca Silini, 2B Ls

 

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Ozone Layer depletion: effects

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Ozone Layer depletion: effects

First of all, what is Ozone Layer? Ozone layer is a natural sunscreen that protects us from the sun’s damaging ultraviolet radiation.

This sunscreen contains three oxygen atoms. It is constantly being formed and broken down in the stratosphere (that is the atmosphere layer above the troposphere). The destruction of ozone layer is caused by one factor which is Cholorofluorocarbons, found commonly in aerosol cans and released by many electronic appliances like air conditioning.

Ozone layer depletion has consequences on humans, animals and plants. This typically results from higher UV levels reaching us on earth, hurting human (and animal) health; this means that it causes for example skin cancers, sunburns and premature aging of the skin; eye diseases like blindness: UV radiation can damage several parts of the eye, including the lens, cornea and retina.

As I mentioned before, the UV radiations, that pass through the ozone layer hole, can have adverse impacts on agriculture, forestry and natural ecosystems: several of the world’s most important crop species are particularly vulnerable to increased UV, resulting in reduced growth, photosynthesis and flowering. These species include wheat, rice, barley, oats, corn, soybeans, peas, tomatoes, cucumbers, cauliflower, broccoli and carrots.

Also the marine life is involved: in particular, plankton (which are tiny organisms in the surface layer of oceans) are threatened by increased UV radiation. Plankton is really important because is the first vital step in aquatic food chains. This begins as mid-May brings on the onset of winter, the Antarctic stratosphere cools and descends closer to the surface.

The Coriolis effect (caused by the earth’s rotation) sets up a strong westerly circulation around the south pole, forming a rectangle shaped vortex which varies in size from year to year. Australia receives a lot more UV radiation than the UK.

This means that people living in Australia face up to 15% more solar radiation than we do. Over the past few years, extensions of the Antarctica ozone hole have spread as far as parts of Argentina, Chile and the Falkland Islands. For sure you’re asking yourselves if there are solutions to this problem, maybe producing our own ozone gas to replenish what is lost in the stratosphere.

The sun naturally produces ozone with a lot of energy all the time. To do the same thing, we should be looking at using immense energy too, about twice the energy used in the USA.

That is just impossible. So in our daily life we can just do this little but important things: limiting vehicle driving, using eco-friendly house cleaning products, avoiding the use of pesticides, developing stringent regulations for rocket launches and banning the use of dangerous nitrous oxide.

These actions will not solve totally the problem, but they can reduce the velocity of the ozone layer degradation.

Celine Polepole, 2B Ls

 

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Japanese train, always on time

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Japanese train, always on time

Probably many of you take the trains every day. In Italy trains are always late or normally they always caused problems to you.

But in Japan is quite different. Rarely trains are late and the seats and the train stations are always cleaned like your grandmother’s house.

Probably the mentality of Japanese people is different from the one of Italian people. Since elementary school Japan classes and toilets are cleaned by the students, so children learn what cleaning means and they learn that cleaning is not easy.

So when they grow up they don’t dirt places. A lot of people use trains to go to work or to school. If the trains don’t work well the nations will not be good.

Mainly in big cities there aren’t a lot of car parks so people moves in general by train or by bus.

Trains must be on time to maintain a good society. Is it possible to became like Japanese society?

Yes, but it depends on us.

Anna Margherita Locatelli,  2B Ls

 

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Swift: a bird that can fly for 10 month

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Swift: a bird that can fly for 10 month

Would you spend most of your life walking? Obviously not, but this bird lives in flight. It is called Swift and it is a small European migrator bird that seems to be mold to stay in the air. Its peculiarity? It can fly for 10 months non-stop.

This fact has been confirmed by a research made by the biologist Anders Hendenstrom, from the University of Lund (Sweden). In his studies he used a detector that weights 1.1 grams and includes an accelerometer and a light sensor, used to define the position of the bird during the flight.

He has followed 19 Swifts day and night and he saw that three of them literally never laid on the ground, the others laid rarely and only for a few minute. These birds interrupt the flight just when they have to build their nests and to lay and sit on eggs. The rest of the activities, as sleeping, eating and reproducing, is done in the air.

So how can they sleep if they fly all the time? The answer is easy: they sleep while they are flying. This affirmation is proved by a research that demonstrates that these birds are able to have both a unihemispheric sleep and to maintain the abilities to fly and to orient also in REM phase, a stage of the sleep that involves the complete loss of muscular tone.

This deduction is the result of a study made by Niels Rattenborg of the Max Planck Institute for Ornithology (Germany), who created, with other colleagues, an engine able to monitor the electric activity of birds brain during the flight. The result is that during the day the birds stayed awake, while when the sun went down and they were at a high altitude, they showed in different minutes periods of sleep at slow waves, sometimes in one hemisphere (especially during the flight handlings), other times in both.

The birds have the aerodynamic control also when the brain is totally asleep. From this monitoring the scientists could understand that swings need few minutes of sleep per day (just 42 minutes).

Another fascinating aspect of the life of these birds is that swifts create relationships with a partner that last forever.

During the migration the Swift can lose his partner but at the end of this period the two “overs” find each other and rebuild their abandoned shelter.

Quite busy life, don’t you think so?

Francesca Ferraro, 2B Ls

 

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Bangkok, città viva e da vivere

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Bangkok, città viva e da vivere

Si può provare a sperimentare Bangkok al proprio ritmo, ma la città non ve lo permetterà. Essere nella capitale thailandese significa avere tutti i sensi in un costante stato d’assedio. Il caldo e l’umidità ti pestano e schiacciano sul marciapiede fino a quando senti i brividi alle ossa per l’aria condizionata. Il naso è assalito da odori alternati di acqua putrida e carne alla griglia, poi di nuovo cadi sconvolto da una nube di “gas lacrimogeni” diffusi da una padella calda piena di peperoncini.

Essere a Bangkok vuol dire essere in mezzo a contrasti. Strisciano auto di lusso tra grattacieli e centri commerciali scintillanti, treni supersonici e moderni traghetti, eserciti di una fiorente classe media che torna dal lavoro.

In basso, soffoca, nei vecchi autobus, la classe povera, intrappolata nel caldo traffico di questa giungla urbana. A Bangkok i contrasti coesistono, il vecchio e il moderno, il ricco e il povero, l’Occidente e l’Oriente.

Essere a Bangkok è un pugno nella coscienza e, all’ora di pranzo, un pugno nell’intestino. Può essere bello, brutto, piacevole e terribile, e spesso tutte queste sensazioni in un giorno, in un minuto, in un solo secondo.

Bangkok può sopraffarvi o, meglio ancora, lasciatevi sopraffare voi. Vagate tra le stradine della città, la vita notturna, sfrecciate sopra ogni pericolo coi tuk-tuk. Mangiate, per strada o al quarantesimo piano di un’ostile albergo a cinque stelle.

Non vi sentirete mai così vivi e persi come vi potete sentire a Bangkok.

Quello che definisce Bangkok è l’energia. Si percepisce l’impossibile, in una città dove tutto è possibile. Ferrari della mafia giapponese corrono fianco a fianco alle auto della corrotta polizia, scuotendo chiunque essi possano.

Girate l’angolo, e troverete le persone più genuine e ospitali che abbiate mai visto. A volte sembra abbiano un chip, non toccatelo: l’ingenuo si può trasformare in cinico, e vi sputeranno addosso tutto l’odio più sincero che possiate ricevere.

Ma il calore è ancora sotto tutto questo ed è sufficiente un sorriso per strappare al popolo Thai quella corazza che, come una tartaruga spaventata, indossa.

Dodici milioni di persone spingono questa città per andare avanti, per avere una vita migliore di quella dei loro genitori o per dare una vita migliore ai loro figli.

E tutti, dal più ricco al più povero, trovano tempo per mangiare e bere. Vini Bordeaux sono abbinati ai migliori piatti nei ristoranti internazionali; fuori, noci di cocco e birre cinesi siedono accanto a fumanti zuppe.

Bangkok non è per tutti. Quando la città ti ha macinato, quando il caldo e gli odori ti accerchiano in un tubo senza uscita: ecco quando scopri chi sei e se sei capace di gestire questa overdose sensoriale.

Bangkok è un trambusto: tutto quello che puoi cercare di fare è  tenere il passo. E sorridere.

Federico German Escobar, 3B Ls

 

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Cesare Mori, prefetto di ferro

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su Cesare Mori, prefetto di ferro

di Riccardo Bernocchi, 3 B Ls

“Infliggerò alla mafia un colpo mortale – aveva annunciato Benito Mussolini al suo addetto stampa Cesare Rossi – La polizia avrà libertà d’azione. Se occorreranno nuove leggi, noi le faremo”.

Inizia con queste parole l’avventura, tutta fascista, di Cesare Mori in Sicilia: l’uomo che sarà poi chiamato con l’appellativo di “Prefetto di Ferro”. La carriera di Mori come prefetto, dopo una serie di esperienze nell’esercito, nella pubblica sicurezza e poi nella polizia politica fino a raggiungere il grado di Questore, comincia nel 1920 e l’8 febbraio dell’anno successivo viene nominato prefetto di Bologna. Durante il duro periodo dello squadrismo fascista, Mori dimostra la sua fedeltà allo Stato, punendo però allo stesso modo socialisti e fascisti. Nel ’22 viene trasferito come prefetto a Bari, ma dopo poco viene dispensato dal servizio attivo. Nel 1924 Mussolini visita per la prima volta la Sicilia nelle vesti di Presidente del Consiglio: rimane disgustato – ci racconta la storia – dalla presenza mafiosa che inquinava tutta la classe dirigente isolana. La mafia aveva tessuto un fitta ragnatela difficilmente annientabile. Il 27 maggio dello stesso anno Mussolini convoca l’allora capo della polizia, Emilio De Bono, i questori Francesco Crispo Moncada e Arturo Bocchini (che tra l’altro assumeranno il ruolo di capo della polizia il primo tre settimane dopo e il secondo nel 1926), e l’onorevole Luigi Federzoni; espone il problema siciliano e, alla fine della seduta, viene scelto il nome di Cesare Mori per debellare quella situazione. Il 6 giugno Mori raggiunge la prefettura di Trapani, sua sede provvisoria, in attesa del decreto che farà di lui il “Prefettissimo” della Sicilia. Il 20 ottobre 1925 Mussolini nomina infatti Mori prefetto di Palermo con poteri straordinari e con competenza estesa a tutta l’isola. È l’nizio di un periodo di durissime repressioni contro la malavita e il fenomeno del brigantaggio.

La lotta di Mori non è solo una prova di forza tra Stato e malavita, ma anche una lotta di intelligenza: il prefetto riesce a comprendere la psicologia siciliana, facendo leva sulle masse e sul concetto dell’onore mafioso.

Nell’arco di questi anni Mori ottiene risultati significativi, colpendo anche personaggi di grande spicco del regime fascista isolano: risultati che lo rendono il personaggio politico che infligge il più duro colpo alla mafia siciliana nella storia d’Italia. Il prefetto lascia nel 1929 per anzianità di servizio, a cinquantotto anni e dopo 35 complessivi di servizio per lo Stato.

Per la propaganda fascista la mafia è sconfitta: nella realtà storica però già dopo qualche anno la mafia si rialza e ritorna più forte di prima, anche a seguito dello sbarco Alleato nel 1943.

“Da oltre trent’anni, sul pittoresco gruppo montuoso delle Madonie, bello come una piccola Svizzera mediterranea, comandano i briganti”. Inizia con queste parole la “scheda” redatta da Cesare Mori, subito dopo essere stato richiamato in Sicilia. Risale al 1° gennaio 1926 la più famosa azione del “Prefetto di Ferro”, passata alla storia come l’assedio di Gangi.

L’esercito di Mori, le forze insomma a sua disposizione per combattere la malavita, è costituito da 800 uomini a cavallo fra carabinieri e polizia di Stato. Divisi in gruppi di cinquanta uomini autonomi, stringono d’assedio Gangi, un borgo diventato roccaforte di molti criminali.

Le truppe del prefetto occupano prima le basi mafiose e poi passano al rastrellamento del paese: ogni casa viene perquisita e, alla fine della retata, vengono arrestati più di 400 “briganti”, ma nessun personaggio di rilievo. Mori non si arrende e inizia una vera e propria guerra psicologica contro la mafia siciliana.

La sua prima trovata consiste nel far spargere la voce che gli ostaggi di Gangi, i  400 catturati, stanno subendo in carcere ogni tipo di maltrattamento e che in particolare che “gli sbirri” stanno addirittura abusando delle donne dei malavitosi. Il piano riesce e molti banditi escono dai loro nascondigli: non però i capi mafiosi che rimangono invece nascosti.

Il “Prefettissimo” decide allora di sequestrare tutti i beni appartenenti ai banditi. Questi sequestri avvengono in pieno giorno, con molta pubblicità, appositamente esagerata: al punto che i vitelli più grassi delle mandrie sequestrate vengono macellati nelle piazze e dati alla popolazione.

Mori, sentendosi ormai vicino alla vittoria, lancia delle sfide a duello ai capi banditi: il rifiuto dei capi fa leva sulla popolazione, che è abituata a rispettare solo coloro che assumono un atteggiamento mafioso, vale a dire d’onore.

A questo punto Mori arriva a dare un ultimatum ai mafiosi nascosti, minacciando “estreme conseguenze”. Il proclama viene letto alle otto del mattino del 6 gennaio. Sei ore dopo Gaetano Ferrarello, uno dei principali boss delle Madonie, si costituisce al sindaco di Gangi. Dopo Ferrarello escono dai loro nascondigli anche altri boss mafiosi.

Il successo del Regime e del suo “braccio”, Cesare Mori, diventa assoluto e riconosciuto anche dalla stampa internazionale.

 

 

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A messa col Cardinale De Paolis

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017 Commenti disabilitati su A messa col Cardinale De Paolis

Anche quest’anno, come da tradizione, avrà luogo a Bergamo, nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, in Largo Belotti 1, la Santa Messa dell’Istituto aeronautico “Antonio Locatelli”: la data fissata è quella del 17 dicembre alle ore undici e la celebrazione, in via eccezionale, sarà presieduta dal cardinale Velasio De Paolis.

Concelebreranno con lui monsignor Piergiacomo Grampa, vescovo emerito della diocesi di Lugano (Svizzera), i professori di religione dell’istituto, i Frati Domenicani a cui è affidata la chiesa, diversi sacerdoti della diocesi e un rappresentante del vescovo della diocesi di Bergamo.

La nostra scuola ha molto a cuore questo momento, che è uno dei punti cardine sui cui è basato l’anno scolastico. Infatti questa occasione di aggregazione è ritenuta dal preside Giuseppe Di Giminiani una importantissima opportunità all’interno dell’offerta formativa dell’istituto, perché permette di andare a formare lo studente non solo nel rispetto di quanto prescritto dal ministero dell’Istruzione (e quindi con riferimento a conoscenze e concetti scolastici nelle varie materie), ma anche e soprattutto da un punto di vista umano. L’obiettivo vuole essere quello di insegnare agli studenti come essere anche onesti cittadini e ottimi cristiani, cosa che rende questo istituto una perla rara all’interno del gigantesco mare delle scuole italiane.

Come da tradizione gli studenti raggiungeranno la chiesa per partecipare alla celebrazione partendo in corteo in uniforme di gala dalla scuola, accompagnati dagli insegnanti.

Guido Pedone, 3B Ls

 

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