È ormai da qualche anno che l’Istituto Locatelli ha avviato anche l’indirizzo Coreutico: l’arte della Danza inserita nella scuola, per imparare e affinare le proprie tecniche e capacità sotto la guida di abili insegnanti, tra i quali ora si aggiunge anche Carla Fracci, ballerina di fama internazionale, che assume così la direzione artistica del liceo Coreutico e sarà presente in sede ogni settimana. Ma cosa vuol dire essere una ballerina?
L’utilizzo della parola ballerina spesso viene associato a qualcosa di superficiale, semplice e a volte squallido. Questa passione, invece, è considerata uno degli impegni più dignitosi e faticosi al mondo: ci si deve dedicare tutta la vita, giorno dopo giorno, partendo da quando si è bambini.
Il lavoro dei danzatori inizia solitamente davanti a immense pareti di specchi che li accompagnano durante il loro percorso. Questa implacabile e intensa esposizione quotidiana ha un forte effetto su quella che si definisce la propria immagine di sé; al contrario di quanto credono in molti, tanto tempo passato a ispezionarsi allo specchio non favorisce il narcisismo o la vanità: i danzatori si osservano con uno sguardo allenato a essere critico, competitivo e comparativo.
Fare la ballerina nella maggior parte dei casi è ritenuto semplice, approssimativo soprattutto durante le esibizioni, mentre è espressa leggerezza, delicatezza, si giudica il lavoro compiuto; solo pochi comprendono. In realtà dietro le quinte si nasconde un mondo composto da energia, movimento, forza, impegno ma soprattutto sacrificio. Attraverso la danza si sviluppa la bellezza del corpo, si ingentilisce l’animo e si acquisiscono armonia ed eleganza interiore ed esteriore. Purtroppo ancora oggi, in Italia, la danza non è considerata da tutti un’arte vera e propria: questo per la scarsa informazione che anche la televisione non contribuisce a fornire.
L’impegno è fondamentale per chi segue quest’arte, poiché senza di esso non si raggiunge alcun risultato. Il sacrificio è implicito nel percorso di ogni aspirante danzatore, che deve porre la passione davanti a molte cose nella propria vita: il divertimento, il tempo per gli amici e a volte la famiglia. Il termine “sacrificio” non implica malumore o fatica: per chi danza è un bisogno e i bisogni non pesano. Ogni ballerino deve sapere trovare dentro sé la gioia, il motivo per cui continuare e mantenere vivo questo senso di felicità e appagamento nel corso del tempo: può nascere da un piccolo progresso, da una coreografia che si riesce far propria o più semplicemente da come si esterna il proprio amore e la propria dedizione per quest’arte.
Se si riesce a coltivare e custodire la gioia che si ha dentro, si è anche capaci di trasmetterla al prossimo, non solo sul palco ma anche nella vita di tutti i giorni; la danza libera molte emozioni e “comunicare” è la parola chiave nella vita di ogni artista.
Chiara Salvi, 4A Liceo Coreutico


















