L’idea era quella di creare una rubrica dove confrontarsi, scrivere tutti su uno stesso argomento e fare un po’ “il punto”: una mini inchiesta per così dire, composta di articoli di cronaca, interviste, approfondimenti, curiosità. Così è nato il Focus: qui di seguito trovate il file pdf (visionabile online, scaricabile e stampabile) di ogni pubblicazione in ordine cronologico.
Buona lettura!
Il nostro Focus: sguardo a tutto campo
Arriva il liceo Coreutico: a settembre
L’Istituto Aeronautico Locatelli allarga ulteriormente i suoi orizzonti, e apre le porte a un nuovo indirizzo di studi: il liceo coreutico. Il nostro Istituto è sempre stato al passo con le innovazioni nel campo dell’istruzione, e lo dimostra il fatto che, anche in questa occasione, è la prima scuola nella bergamasca a scommettere sul nuovo indirizzo di studio, e la seconda in tutta la Lombardia.
Lo stesso preside Giuseppe Di Giminiani ha confessato che “è un percorso scolastico che mancava nella nostra provincia e, se si pensa al numero altissimo di scuole di danza che ci sono sul nostro territorio, questo era un vuoto che andava colmato”.
Questa opportunità è stata ottenuta anche grazie all’Accademia Nazionale di Danza di Roma: è quest’ultima che ha concesso all’Istituto Antonio Locatelli il diritto di rilasciare diplomi di danza riconosciuti a livello ministeriale, rendendo in questo modo il nostro Istituto e la stessa città di Bergamo un punto di riferimento per il mondo della danza nella scuola.
La riforma Gelmini ha previsto per questo particolare indirizzo quattordici ore settimanali per lo studio della danza in tutti e 5 gli anni del Liceo, ma non mancano anche le altre discipline tradizionali, come italiano, inglese, storia, geografia, matematica, scienze e storia dell’arte, arrivando a un totale di 33 ore settimanali ogni anno.
Oltre le normali materie scolastiche i nuovi alunni seguiranno quindi anche tecniche della danza, laboratorio coreutico, teoria e pratica musicale per la danza e, dal triennio, storia della danza e della musica, in modo da acquisire “la padronanza del linguaggio coreutico sotto gli aspetti dell’interpretazione, dell’esecuzione e della rappresentazione”.
Alla fine del biennio gli studenti potranno scegliere tra due ulteriori indirizzi ancora più specifici: danza contemporanea oppure classica.
Unico requisito per l’ammissione sarà il dimostrare di avere i requisiti fisici e tecnici per poter raggiungere col quinto anno il livello qualitativo richiesto per l’accesso all’Alta Formazione Coreutica. Ecco perché gli aspiranti studenti dovranno prima di tutto sostenere un esame di fronte a una commissione composta dal direttore dell’Accademia Nazionale di Danza, da un suo docente e dal dirigente del Liceo Locatelli.
Grazie a questa novità l’Istituto Antonio Locatelli si va confermando come una tra le scuole più importanti della Regione e, sicuramente, la decisione di aprire questo nuovo indirizzo non si rivelerà un “passo falso”.
Davide Benedetti, 2B Ls
Intervista allo specchio III
Professori a confronto in una intervista doppia: i loro gusti e la loro storia. Conosciamoli.
Professori, questo mistero: con loro a scuola si trascorrono ore, giorni, settimane intere, ma quanto si fanno conoscere? Ecco qualche domanda per scoprire anche il loro mondo e, perché no, magari capirli meglio.
A cura di Martino Ghisleni, foto Brian Belotti, 2B Ls
Il prof. Rigoni: il valore del rispetto
Originario della provincia di Arezzo, in Toscana, perito chimico, il professor Roberto Rigoni è da qualche settimana all’Aeronautico: si tratta di un ritorno, visto che Rigoni (a Bergamo dal ’77 e già preside di un istituto comprensivo, con un passato da ufficiale di cavalleria durante la leva) al Locatelli aveva già insegnato dal 1989 al 1998.
Come è nata l’idea di tornare al Locatelli?
Dopo il periodo di insegnamento qui ero andato in pensione, ma devo dire che mi ritengo un “pensionato pentito”: senza particolari interessi la pensione intristisce. Un giorno il preside Di Giminiani mi chiamò proponendomi di collaborare con lui.
Quali sono i valori che vorrebbe trasmettere agli alunni?
Rispetto. Il rispetto di se stessi, delle cose e degli altri. Per me è una forma mentis importantissima. Ho sempre avuto dentro me questo valore, rafforzatosi con il corso ufficiali.
Che rapporto ha con gli alunni?
Mi piacerebbe instaurare con loro un dialogo sincero: per me il dialogo è fondamentale. Quando un alunno sbaglia credo che la miglior cosa sia parlarne con lui e fargli capire gli errori e il motivo per cui non ricommetterli. Questo è per me uno degli obbiettivi: capire i ragazzi e farli ragionare. Non ho mai messo una nota o mandato qualcuno fuori dalla porta: mi piace dare l’esempio e credo che questo sia il miglior metodo d’insegnamento.
Quale innovazioni vorrebbe portare nel nostro istituto?
Io sono qui come “stampella”, ma la domanda non mi dispiace. Avevo pensato al cosiddetto “sportello”: è un’idea tratta dalla scuola statale e consiste in uno psicologo che ha il compito di parlare con i ragazzi e di farli sfogare. Sarebbe tutto a loro vantaggio: potrebbero aprirsi e parlare con questa persona che li ascolta e consiglia.
Cosa ne pensa delle divise?
Avendo una mentalità militare vedo il discorso delle divise in modo positivo. Alcuni ragazzi possono vivere male questo fatto, ma serve a superare ogni limite imposto del pregiudizio che si forma sull’abbigliamento. Può essere scomodo, specialmente la cravatta, ma sono favorevole.
Un’ultima domanda: iPad?
Sinceramente sono un po’ all’antica e su questo argomento mi cogliete impreparato. Sicuramente supera i libri quanto al peso, ma non riuscirei a togliermi il piacere di leggere e scrivere sulla carta. Tutto sta nell’abitudine.
Filippo Bonetali e Davide Della Tratta, 3A Ls
Un anno di studio in Cile: Intercultura
Agostino Trovò ha scelto questa esperienza per trascorrere in Sudamerica quest’anno sei mesi “Volevo vedere uno Stato diverso – racconta – Qui la scuola è vita, impegna e regala avventure”
Agostino Trovò frequenta il quarto anno del liceo scientifico all’Aeronautico Locatelli, ma quest’anno ha avuto l’opportunità di frequentare, grazie al progetto Intercultura, sei mesi di scuola all’estero: lui ha scelto come meta il Cile, e da poche settimane ha fatto rientro in Italia.
Qual è il motivo della sua decisione di partire con Intercultura?
Volevo vedere uno Stato lontano, diverso da tutto quello che conosco, diverso da tutte le consuetudini a cui mi hanno abituato e che ho seguito per 17 anni.
Quanto tempo è stato in Cile?
Ci sono stato dall’agosto del 2012 fino a gennaio di quest’anno.
Come le è sembrato e che ricordo le ha lasciato?
In un battito di ciglia mi sono trovato in quella striscia di terra che collega l’Equatore e la Patagonia, i vulcani, la pianure desolate, i
ghiacciai e l’Oceano: paesaggi tutti diversi tra loro. In quanto straniero in un Paese, mi sono sentito parte di un qualcosa che prima non conoscevo, che sentivo estraneo. In poco tempo però ci si rende conto di come anche questa diversità ti possa stupire con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue persone.
Come sono state le persone con lei?
Splendidi: mi hanno accolto come uno di loro fin dal primo giorno.
In che modo ha trascorso questi sei mesi?
Li ho trascorsi in modo positivo e sono volati. Soprattutto devo ringraziare i miei amici cileni: grazie a loro ho trascorso i sei mesi più intensi della mia vita; persone che grazie alle loro lacrime ti aiutano a capire quel magico legame che si può creare, un legame di fratellanza e di amicizia che non scioglierò mai.
È soddisfatto della sua esperienza?
Si, e infatti mi considero uno dei ragazzi più fortunati al mondo ad aver fatto un’esperienza di questo genere. Solo ora capisco che in me qualcosa è cambiato, non so di preciso cosa, ma qualcosa è cambiato. Comunque sono stato contento di aver potuto fare quest’esperienza e di aver potuto conoscere gente che non avevo idea potesse esistere e assaggiare nuovi piatti, scoprire nuove usanze che mai dimenticherò: tutte cose che mi hanno fatto crescere tantissimo.
Come era la scuola?
La scuola è diversa, non è solamente istruzione come in Italia: qui la scuola è vita, un posto che nonostante t’impegni per nove ore al giorno ti permette di fare esperienze e nuove indescrivibili avventure.
Come si è trovato con la famiglia che la ospitava?
La mia famiglia era speciale e, nonostante all’inizio non avessi avuto una buona relazione, il tempo si è dimostrato davvero di aiuto nei miei confronti e infatti dopo soli due mesi infatti potevo parlare con loro di tutto, senza vergogna o timidezza. Posso quindi concludere di aver trovato una famiglia speciale che mi ha sempre aiutato e mi ha voluto bene fin da quel magico momento in aereoporto in cui mi hanno abbracciato per la prima volta, un’emozione davvero indescrivibile e unica.
Francesca Parimbelli, 4A Ls
In New Mexico: “Mi è servito”
“Un’esperienza all’estero con mia sorella, in una scuola superiore di un altro Paese, inizialmente mi spaventava, non ne ero sicuro, ma poi ne è valsa la pena, mi è servito”: Massimo Gnecchi è conquistato dal suo viaggio di due mesi a Las Cruses, New Mexico (Usa), a 100 km dal confine messicano e dal Texas. Tutto è nato da un impegno di lavoro della madre, che ha trascinato nell’avventura anche i due figli, entrambi di 17 anni, studenti dell’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli.
“Mia sorella Maria tornerà tra due mesi, ha deciso di prendere parte allo spettacolo scolastico. In America la scuola è totalmente diversa dalla nostra: dal punto di vista dell’insegnamento – spiega – l’Italia è superiore, nei rapporti alunno-professore, invece, c’è un affiatamento che è difficile trovare tra i nostri banchi di scuola”. Massimo parla della sua esperienza quasi con nostalgia, raccontando delle persone conosciute a scuola, che fin da subito si sono dimostrate socievoli, simpatiche e sono diventate importanti anche ora che un oceano intero li divide, veri amici.
Oltre a Las Cruses, in un giorno libero dalla scuola, dedicato a festeggiare il presidente
Barack Obama, Massimo ha visitato altre città come Santa Fè e Albuquerque, ed essendo nel periodo invernale, molto rigido, ha dovuto affrontare sbalzi di temperature incredibili: la prima settimana la temperatura era scesa a -8°C, la seconda è salita a 20°C.
Una caratteristica dell’America è il forte amore che tutti i ragazzi hanno verso la Nazione: l’attaccamento patriottico è dimostrato dalle molte feste e dalle usanze che ogni mattina a scuola si seguono, come l’alzarsi in piedi per ringraziare la Nazione prima dell’inizio delle lezioni.
“L’addio mi ha colpito più di ogni altra cosa – racconta Massimo – Mi hanno salutato facendomi regali, alcuni piangevano: è stato un
momento triste, ma per me il più bello”. Una scatola con tutte le firme dei ragazzi della scuola, un diploma, spille, un cd-rom con foto e video di ragazzi che salutavano e parlavano, firme e dediche: “Regali inaspettati – dice – e per questo più belli”.
“Sicuramente rifarei questa esperienza – prosegue – Non so se sono stato fortunato, ma la compagnia che ho trovato, le persone gradevoli e i professori disponibili, tutto insomma è stato speciale, lo ricorderò per sempre”.
Morena Serapilha D’Horta, 4A Ls
Alenia in pista per il Drone europeo
Il “drone” europeo? Nasce in Francia, ma la sua seconda lingua è l’italiano, visto che l’Alenia Aermacchi contribuisce al consorzio che lo sta creando per il 22%, seconda dopo Parigi con Dassault Aviation.
È il programma nEUROn, finalizzato alla progettazione di un aeromobile da combattimento stealth, a pilotaggio remoto (Arp), un drone.
Allo scopo si è costituito un consorzio composto da Francia (50% con Dassault Aviation), Italia (22% con Alenia Aermacchi), Svezia (Saab), Spagna (Eads-Casa), Grecia (Eab) e Svizzera (Ruag). Con un budget di 400 milioni di euro, si realizzeranno gli esemplari per approfondire le conoscenze e mettere a punto un prototipo.
L’aviazione in effetti è sempre stata caratterizzata dall’innovazione: i risultati raggiunti, per quanto straordinari, hanno rappresentato solo lo stimolo per ulteriori sviluppi, in una rincorsa a traguardi fino a un attimo prima impensabili. Tanto più in ambito militare, dove la disponibilità di strumenti più performanti determina il crollo dell’equilibrio tra le forze in campo, obbligando ciascuna a realizzare mezzi ancora più efficaci, per un bilanciamento mai consolidato.
Dopo la presentazione del modello statico al salone aeronautico di Parigi del 2005, il volo di esordio è stato effettuato l’1 dicembre 2012 dalla base di Istres.
La caratteristica più straordinaria riguarda i comandi di volo e la trasmissione dati. L’Arp viene controllato infatti da terra con un datalink (standard NATO) che trasmette i dati della missione. Al nEUROn (non a caso così chiamato) non servono altri ordini, ma in assoluto silenzio radio è capace di compiere da sé le azioni necessarie per completare la missione.
Il velivolo è più grande dei precedenti Arp (10 metri di lunghezza, 12 di apertura alare e 5 tonnellate di peso), perché ha l’ambizione di raggiungere capacità di volo, carico e autonomia comparabili a quelle di un caccia tradizionale.
Dispone di 2 motori Rrtm Adour Mk951 hybrid, con spinta di 6500 Ibf e velocità di 0,8 Mach, ed è armato con 500 kg di bombe a guida laser. La fusoliera è realizzata con materiali e design stealth. La posizione e la schermatura dei motori e del timone contribuiscono all’invisibilità ai radar-doppler di terra.
Che la guerra dei robot stia per varcare il rassicurante confine delle sale cinematografiche?
Andrea Mariucci, 2A Ls
Calcetto: campioni in 2B
Anche quest’anno è terminato il torneo di calcetto dell’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli, una competizione che per la stagione 2012/13 ha riservato molte sorprese, e ha messo in luce molti talenti.
Dopo anni di schiaccianti vittorie delle quarte e quinte, quest’anno infatti la vittoria (meritatissima) è toccata a una classe che neanche il più esperto di pronostici avrebbe mai azzeccato: la 2B. È la prima volta nella “storia” di questo torneo che a vincere è una seconda.
Il triangolare in finale, introdotto solo quest’anno dai professori Masotti, Zeoli e Buzzone per rendere più competitivo il torneo, ha visto protagoniste le classi 4C, 3A e 2B.
La prima partita si è svolta il 7 marzo e ha visto come avversari 3A e 2B, con la vittoria di quest’ultima, 6 a 10. L’11 marzo è toccato invece a 4C e 3A , con la quarta che, vincendo 16 a 11, ha distrutto le speranze di vittoria della terza.
Una finale entusiasmante e molto sentita quella che invece si è disputata il 21 marzo tra 4C e 2B, due squadre molto diverse per qualità e stile di gioco. Il risultato inaspettato di 5 a 16 ha dimostrato la forza schiacciante della seconda, derivante soprattutto dalle parate miracolose del portiere Giole Lissoni e dall’ottimo gioco di squadra, e ha dimostrato l’inefficacia delle maggiori abilità individuali della quarta.
A torneo concluso possiamo quindi decretare la 2B, formata da Abdul, Lissoni, Dazzan, Gambarini, Bennato e Vezzoli, come squadra più forte dell’anno e più giovane della storia del torneo, mentre dopo una lunga analisi, possiamo indicare come miglior giocatore del torneo Giole Lissoni, giocatore/portiere della 2B che, grazie alle sue capacità fuoriporta ma soprattutto alle sue parate fenomenali, ha portato la sua squadra a vincere il titolo.
Miglior gol del torneo, invece, di Vezzoli, che ha regalato ai suoi tifosi e compagni un raffinato colpo di tacco al volo, su rinvio del portiere, che finisce sul secondo palo. Un gesto che difficilmente sarà dimenticato e che fa impallidire anche il fenomeno dei tacchi Zatlan Ibrahimovic.
Edoardo Dama, 5A Ls
Pallavolo: trionfo della 3C
Si chiude ufficialmente anche il torneo di pallavolo dell’Istituto Aeronautico, che quest’anno, forse più degli anni scorsi, ha riunito giocatori talentuosi di molte classi. La fase finale ha conservato la stessa formula utilizzata nel calcetto, cioè un triangolare, che ha avuto come protagoniste le classi 4Als, 3C e 2B.
Il primo match è stato disputato lunedì 7 marzo tra 2B e 3C e ha mostrato la forza devastante della terza, che ha vinto entrambi i set (25-22 e 25-17), lasciando così poche speranze di vittoria per la seconda. Il secondo match si è svolto lunedì 11 e vede affrontarsi 4Als e 2B: sono stati necessari 3 set, il primo vinto dalla 4Als (25-16), il secondo dalla 2B che si riscatta della falsa partenza (21-25) e il terzo vinto, infine, dalla 4B (15-13). La finalissima primo e secondo posto si è svolta lunedì 17 marzo: le classi 3C e 4Als si sono affrontate valorosamente regalando un match imperdibile e pieno di colpi di scena.
Nessuna della due classi ha dimostrato di essere totalmente superiore all’altra, cosa che ha portato il match a svolgersi in tre set. Nel primo set la quarta è entrata in campo molto concentrata, con una terza visibilmente sottotono che invece di dettare gioco si è limitata a studiare dell’avversario. Il risultato ne ha risentito visibilmente, decretando così la 4Als come vincitrice del primo set (25-17). Tempestivo “colpo di reni” della terza, che superato il brutto momento ha ristabilito la parità vincendo il secondo set (23-25). Il terzo set ha visto le due squadre affrontarsi fino all’ultimo colpo: vincitrice però la 3C (12-15) su rimonta, grazie soprattutto al talentuoso Leggeri e all’assenza di un giocatore importate come Omar Guizzetti, che si è ritirato al termine del secondo set per impegni personali (da notare quanto tuttavia la sua squadra si esalti durante la sua assenza, mostrando di essere all’altezza della finale).
Da non dimenticare è anche la terza classificata del torneo, la 2B che nonostante la giovane età e le zero vittorie in finale dimostra un ottimo organico, soprattutto grazie al talento di Michela Dileo, una classe da tenere d’occhio e che sicuramente nei prossimi anni potrà tentare di vincere il torneo.
Edoardo Dama, 5A Ls
I rappresentanti si raccontano
Al voto il nostro Istituto: i quattro nuovi rappresentanti degli studenti parlano delle loro idee e dei loro modi di agire
Ricordate le schede elettorali che a inizio anno abbiamo crocettato per eleggere coloro che hanno il compito di farsi portavoce dei nostri problemi? Il responso delle urne ha eletto Alberto Mazzola, Maria Gnecchi, Michael Cappello e Milica Sazdanovic come nuovi rappresentanti degli studenti dell’Aeronautico.
“Il nostro ruolo principale – racconta Alberto, 4B tecnico – è quello di rappresentare la scuola e tutti i suoi membri. Teniamo riunioni con i professori, il preside e il presidente dell’associazione genitori, collaboriamo alle decisioni che riguardano l’Istituto ed esponiamo i problemi di noi studenti”.
Milica, 5A liceo, la più votata, è stata nominata coordinatrice nel corso della prima riunione.
Durante quell’incontro si è inoltre discusso di viaggi d’istruzione e di sostegno alla disabilità, oltre ovviamente alla presentazione dei neo eletti. Altro importante compito per loro sarà quello di partecipare, a nome di tutti gli studenti della scuola, a varie manifestazioni in città.
I nostri rappresentanti hanno le idee chiare circa le motivazioni che li hanno spinti a candidarsi: Alberto vuole “lavorare per contribuire al dialogo scuola – studenti”, Milica desidera “farsi portavoce dei suoi compagni e delle loro idee”.
Mazzola, eletto con circa 50 voti, crede che per conoscere i problemi degli studenti sia fondamentale il contatto umano diretto: “Per sapere le varie richieste degli alunni, mi muovo spesso per la scuola, vedo molte persone e quando riesco scambio anche due chiacchiere con loro, così posso sapere cosa pensano della scuola e cosa vorrebbero che noi facessimo”.
Le elezioni studentesche sono da sempre un piccolo grande esercizio di democrazia nelle scuole: la voglia dei ragazzi di partecipare attivamente alla vita scolastica e di impegnarsi per risolvere i problemi dei compagni è sicuramente un’importante “educazione” per la buona politica di cui tanto abbiamo bisogno.
Daniele Pinotti, 2B Ls
Il primo voto non si scorda
E venne il giorno delle elezioni, il primo voto per molti neo maggiorenni.
La mattina del 24 febbraio pareva una giornata natalizia e, anche se in ritardo rispetto alla stagione, la neve ricopriva abbondantemente strade e marciapiedi, e il cielo era di un color bianco infinito.
Quella mattina però a aspettarmi non c’erano l’abete decorato e sontuosi regali, bensì la mia tessera elettorale, nuova fiammante. Era lì, sul tavolo, mi attendeva da tutta la notte, pronta per essere usata per la prima volta, per una causa nobile e importante: decidere le sorti del Paese.
Mi recai così alla scuola media del paese, sede del seggio, e notai con stupore l’assenza quasi totale di persone: la neve aveva scoraggiato molti dall’uscire, a eccezione di alcuni highlander decisi a esercitare il proprio diritto di voto. Riuscii a raggiungere la scuola con molta fatica, dovetti fare la strada a piedi immerso in più di trenta centimetri di neve, rischiando rovinosi scivoloni.
Davanti all’urna, gli scrutatori mi diedero due fogli, uno per la Regione, e uno per la Camera. Seppur convinto delle mie idee politiche, quando mi ritrovai a votare accusai un po’ di panico: non sapevo cosa aspettarmi e, quando aprii i fogli, un’insieme di simboli mi travolse causandomi ulteriore confusione. Messi a fuoco i singoli simboli, ognuno per ogni partito, riacquistai il controllo ed espressi il mio voto. Finalmente, per la prima volta, mi sentii cittadino italiano a tutti gli effetti: finalmente contavo qualcosa anche io. Quella semplice crocetta sul simbolo significava, in realtà, la massima espressione di quella democrazia che fino a quel momento non avevo sentito ancora mia.
Edoardo Dama, 5A Ls
Eco-aiuto: con la Solar Ship
Il sogno dell’imprenditore canadese Jay Godsall di poter volare, senza inquinare l’ambiente, nelle zone più remote del pianeta per raggiungere popolazioni in difficoltà e fornire loro vaccinazioni, cibo e medicine, oggi è a un passo dal diventare realtà. Le sue Solar Ship, velivoli cargo a energia solare, hanno già raggiunto i territori remoti del nord del Canada con successo, e ora sono pronte a spingersi verso l’Africa.
Il funzionamento di questi velivoli è innovativo: i pannelli solari che si trovano sul pallone alimentano un motore elettrico che garantisce l’energia per volare e atterrare.
L’enorme pallone della Solar Ship, che la rende simile a un dirigibile, è riempito con elio per bilanciare il peso dei pannelli solari e delle batterie, ma il vero aspetto rivoluzionario è la capacità di atterrare in uno spazio abbastanza ristretto, come un campo da calcio: quando ci sono disastri strade e aeroporti possono infatti essere danneggiati, e queste difficoltà ritardano o addirittura impediscono le operazioni di soccorso; spesso poi le strade africane sono bloccate per le forti piogge stagionali, proprio quando il rischio potenziale di diffusione di malattie come malaria e colera è più alto e nessuno riesce a intervenire in caso di necessità.
Costruire un velivolo a energia solare che portasse aiuti nelle regioni più remote – come ha raccontato alla Bbc – è sempre stato un sogno di Godsall.
Questa idea deve però scontrarsi con i costi del progetto: una Solar Ship lunga trenta metri, con una capacità di 500 chilogrammi utili per fornire aiuti a una cittadina di circa 2 mila abitanti, costa un milione di dollari.
Inoltre, il prezzo dell’elio (difficile tra l’altro da trovare nella maggior parte delle città africane) nell’ultimo anno è più che raddoppiato.
Per attirare benefattori e fare in modo che la campagna per il suo progetto possa raggiungere l’obiettivo prefissato di un milione di dollari, Godsall ha cercato aiuto affidandosi al marketing: con una donazione di almeno 500 dollari, infatti, i velivoli porteranno alto nei cieli africani il nome del benefattore.
Stefano Leidi, 5A Ls
La differenz(iat)a? Un dovere
La raccolta differenziata? È questione di cultura, e si può anche a scuola.
Si tratta di un sistema di gestione dei rifiuti, praticata in Italia da circa un ventennio, ma nata in realtà grazie all’operato di Eugène Poubelle, prefetto della regione della Senna dal 1883 al 1896, che decretò di differenziare carta, vestiti, vasellame e conchiglie.
Quest’abitudine era già frequente nel Nord Europa quando una direttiva della CEE (Comunità Economica Europea) del 1975 ha imposto di promuovere il recupero e il riuso dei rifiuti ai Paesi membri. In Italia si è diffusa con notevole ritardo impiegando molti anni prima di raggiungere livelli accettabili: oggi al Nord si ricicla il 50% della spazzatura, mentre al Centro e al Sud la situazione è drammatica poiché mediamente più del 70% dei rifiuti va in discarica.
In cosa consiste oggi la raccolta differenziata? Si tratta di dividere la propria spazzatura in diverse frazioni in modo che possano essere trattate e recuperate per creare nuovo materiale utilizzabile, comportando un minore dispendio di energie e risparmio di materie prime. Infatti, le risorse del mondo si stanno esaurendo sempre più velocemente e poiché non esiste un pianeta simile alla Terra più vicino di venti anni luce, dobbiamo iniziare a riciclare, riusare e risparmiare ciò che ci rimane.
Si possono fare molte cose nel nostro piccolo per proteggere il pianeta su cui viviamo, come chiudere l’acqua mentre ci si lava i denti, non buttare via i fogli su cui si sono presi solo pochi appunti, spegnere completamente gli elettrodomestici non lasciandoli in stand-by, spegnere le luci di una stanza quando non siamo presenti, ma soprattutto raccomandare agli altri di mettere in pratica questi piccoli accorgimenti.
Piccoli accorgimenti che, in realtà, possiamo iniziare anche a scuola: per esempio si potrebbe introdurre la raccolta differenziata in tutte le aule con i cestini per la carta, le lattine e la plastica (come già si fa nei corridoi), oppure ricordarsi di spegnere computer, proiettore e luci quando si lascia l’aula.
Altra cosa importante è non maltrattare il materiale proprio, della scuola e dei compagni in modo da non doverlo sostituire, non stampare diapositive o pagine di libri non necessarie quando possono essere scannerizzate o fotografate e messe sull’iPad.
Applicando questi e altri piccoli gesti potremo consegnare ai nostri figli un pianeta migliore rispetto a quello di oggi: se volete che rimanga così, è meglio mettersi all’opera.
Federico Toller, 2B Ls
Pasquini in Cina: dura, ma soddisfatto
Negli ultimi anni, le scuole propongono sempre più agli alunni Intercultura, un progetto che consiste nell’andare in un altro Paese e frequentare lì la scuola. Lo scopo è quello di far studiare all’alunno la lingua del Paese ospitante, permettendogli al tempo stesso di provare esperienze del tutto nuove.
Cile, Cina, Stati Uniti, Inghilterra: tante sono le mete in tutto il mondo che il progetto propone agli studenti, e Andrea Pasquini, studente al quarto anno del liceo scientifico dell’Istituto Aeronautico Locatelli, è uno dei tanti che ha deciso di usufruire di questa opportunità. La Cina è stata la sua scelta, e lì trascorrerà in tutto 12 mesi, studiando nelle loro scuole. In una lettera al preside Giuseppe Di Giminiani ha raccontato l’inizio della sua esperienza.
Come sta? Ormai è qualche mese che sono qui in Cina, e le confermo che qui si sta bene. La famiglia che mi ospita è gentile e disponibile ed i compagni di classe sono amichevoli.
La lingua all’inizio è stata un incubo, ma adesso sto iniziando a parlare cinese con chi mi sta attorno in maniera sempre più fluida.
La scuola è dura, ma dà grandi soddisfazioni. È molto diversa da quella italiana: le lezioni iniziano alle 6:45 e terminano alle 17:45, i moduli sono da 40 minuti, con 10 minuti di pausa dopo ognuno; al momento sto ancora seguendo la classe speciale per gli studenti stranieri.
Qui sono fanatici dell’esercizio fisico, ogni mattina ci sono 25 minuti dedicati (aerobica in primavera ed estate, 800 metri di corsa in inverno). Il cibo è un’avventura, si mangia veramente di tutto, ma spesso e volentieri anche i cibi più strani sono deliziosi.
La scuola è molto grande, ed è strutturata come penso sia un college americano. Molti studenti vengono da lontano e vivono in un residence per studenti che c’è all’interno della scuola. C’è anche un supermercato, la mensa e la biblioteca. Durante la pausa pranzo spesso vado in biblioteca a leggere o studiare.
Credo che questa esperienza mi stia aiutando a migliorare sotto molti aspetti.
(…) Vorrei tenermi in contatto (…) e informarmi sul programma di quarta, che vorrei iniziare a studiare in parallelo al cinese il prima possibile. Chiederò a mio padre di organizzare la spedizione dei libri che sceglieremo insieme. Un saluto dalla Cina. Andrea.
Francesca Parimbelli, 4A Ls
Frecce Tricolori: Aeronautico doc
Una passione che prende e non lascia più: è questo che ha portato Antonio Maggioni a fondare il 97° Club delle Frecce Tricolore a Calusco, e che lo ha portato anche vicino all’Aeronautico Locatelli.
Quando è stato fondato il Club?
L’ho fondato con altri due soci il 12 giugno 2002 ed è stato ufficialmente riconosciuto come 97° Club delle Frecce Tricolore dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale il 17 luglio.
Che cosa vi ha spinto a fondarlo?
L’idea ci venne nell’estate del 2001, quando portammo l’oratorio di Calusco a Ghedi per assistere all’esibizione delle Frecce Tricolore: alla fine notammo che alcuni club potevano avvicinarsi agli aerei della pattuglia. Da lì nacque l’idea di fondarne uno nostro per partecipare agli eventi della Pan.
Ha sempre avuto la passione per il volo?
No. Il mio interesse per l’aeronautica nacque durante il servizio militare e decisi di tentare il concorso in accademia, ma non venni scelto. Iniziai allora i corsi di allievo ufficiale di complemento nell’esercito e la passione per l’ambiente aeronautico crebbe ancora.
Quanti sono oggi i membri del club?
Attualmente abbiamo più di 300 iscritti e già 180 soci hanno rinnovato l’iscrizione biennale. Non mi aspetto che tutti lo facciano, ma quelli che rinnovano regolarmente sono circa duecento.
Cosa ne pensa dell’Istituto Locatelli?
Ho avuto il piacere di conoscere il preside Di Giminiani e il colonnello Vanni Scacco, e penso che se loro riescono a infondere agli alunni i loro valori, un’educazione adeguata e anche la loro passione, dall’Istituto Locatelli usciranno solamente delle menti brillanti.
Ci sono state collaborazioni con l’Istituto?
Grazie al colonnello Scacco siamo riusciti a recuperare alcuni oggetti per la nostra mostra biennale a Calusco e, con l’arrivo della terza edizione, abbiamo aggiunto sul manifesto la collaborazione con la scuola.
Che emozioni prova quando vede esibirsi le Frecce Tricolore?
Non ci sono parole per descriverle. Sono fiero di essere italiano e di notare tutta la passione e l’impegno delle forze armate.
Matteo Longoni, 2B Ls
Cortinovis, vola in Nazionale
Michele Cortinovis, studente diciassettenne dell’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli ha una grande passione: è il gioco del calcio. Già fin da giovanissimo ha esordito infatti nell’U.C. AlbinoLeffe fino ad arrivare a giocare nella Nazionale Italiana under 18.
A quanti anni ha iniziato a giocare?
Gioco a calcio da quando ero molto piccolo, dall’età di sei anni e da quel momento non ho più smesso.
Ha sempre voluto fare questo mestiere da grande o ha pensato anche ad altre alternative?
Fin da piccolo diventare un calciatore è sempre stato il mio obbiettivo, e spero di coronare in futuro questo mio grande sogno che fino a ora mi ha dato tante soddisfazioni.
In che ruolo gioca?
Terzino sinistro o difensore centrale.
In quali squadre ha giocato fino a ora?
Ho iniziato a giocare nella squadra dell’oratorio del paese in cui abito, poi sono passato alla U.S. Gandinese fino ad arrivare alla mia attuale squadra, la U.C. AlbinoLeffe, dove gioco da ormai sei anni. A maggio dello scorso anno ho esordito in serie B proprio con la maglia di quest’ultima squadra contro Empoli e Torino: avevo ancora sedici anni. Inoltre sono quasi tre anni che faccio parte della Nazionale Italiana under 18.
Che rapporto ha con il suo allenatore e con i suoi compagni di squadra?
I miei rapporti sia con l’allenatore che con i compagni sono sempre stati fantastici e spero possano esserlo sempre perché credo sia molto importante andare d’accordo.
Se potesse scegliere di giocare in una squadra di serie A, in quale sceglierebbe di giocare?
Senza alcun dubbio sceglierei di giocare nel Milan, la mia squadra del cuore!
Quali sono i suoi proggetti per il futuro?
Il mio sogno più grande sarebbe quello di diventare un calciatore di massima serie, e magari avere un futuro calcistico in Inghilterra. Vorrei inoltre rendere felici i miei genitori che sono sempre stati al mio fianco e mi hanno sempre appoggiato: renderli orgogliosi di me sarebbe bellissimo.
Claudia Cobilita, 2A Ls







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